Un primo bilancio sui lavori

Quando si ha la responsabilità di un edificio che non è nostro, un facile criterio per non doversi occupare della manutenzione è quello di decidere che “lo farà il mio successore”. A me è capitato di avere dei predecessori che la pensavano così e, specificamente in riferimento alla Nunziatura di Nairobi, tutti i Capi Missione compresi nei precedenti venticinque anni.

Il numero non è inventato per caso: una signora, assidua frequentatrice della nostra cappella, mi diceva che da quando era arrivata in Kenya – appunto venticinque anni prima – non aveva mai visto condurre nessun lavoro di manutenzione nella Nunziatura.

Come ho già raccontato, il primo passo fu quello di erigere un muro di recinzione attorno al giardino. Ci guadagnammo in sicurezza ed anche in estetica. Avendo portato da Firenze alcune maioliche robbiane, le usai per abbellire l’ingresso della proprietà, l’ingresso della cappella e uno dei due camini del salone. Tra parentesi, queste furono le uniche cose portate da fuori: il resto dei lavori fu fatto sempre e soltanto con materiali locali.

Un italiano, residente in Kenya da molti anni, era esperto piastrellista. Con la sua squadra di operai, tutti locali e tutti abilissimi, fu possibile sostituire i pavimenti di linoleum e di sughero con piastrelle di maiolica. Ci guadagnò l’estetica e l’igiene, perché le nuove superfici potevano essere lavate facilmente e rapidamente. Incredibile la scoperta quando furono tolte le lastre di sughero nel salone e negli spazi vicini: trovammo un brulichio di insetti e di vermi, che avevano potuto sopravvivere tranquillamente lì sotto.

Venni anche a conoscenza dell’esistenza di un gruppo di artigiani italiani che, a Nairobi, producevano mobili e strutture di legno. Presso di loro trovammo mobili già fatti, adatti per il nostro uso, altri ne facemmo costruire, altri dei nostri furono restaurati. Una impresa, di cui loro stessi furono molto fieri, fu la modifica della scala che porta al primo piano, ora decisamente bella e solenne.

la scala com'è ora

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