Loreto Santa Casa, 30 maggio 2015
Cari Fratelli e Sorelle, cari Amici,
Abbiamo ascoltato il racconto di quell’incontro, tra l’arcangelo Gabriele e la giovane Maria, la vergine di Nazaret, chiamata ad essere la madre del Salvatore. Sono parole che ci sono familiari, e quasi le potremmo ripetere a memoria, perché le abbiamo ascoltate tante volte, e ogni volta le sentiamo belle e nuove, al punto che non ci stanchiamo mai di leggerle, di ascoltarle, e di meditare su di esse.
Oggi poi la proclamazione del Vangelo avviene qui, all’interno della Santa Casa di Loreto, tra le pareti che sono state testimoni di questo incontro e di questo dialogo. E allora, l’emozione spirituale diventa ancora più forte e ci tocca nel profondo del cuore.
Non c’è dubbio che l’episodio è bello in sé, e non c’è dubbio che ogni parola ha un peso immenso. Infatti, la risposta di Maria, quel suo “Avvenga per me secondo la tua parola”, ha voluto dire l’inizio di una pagina completamente nuova nella storia dell’umanità. E quindi della nostra storia, della mia storia.
Maria, con la sua adesione al progetto di Dio, rende possibile la nostra salvezza. Lei accoglie nel suo seno il Figlio di Dio, lo offre al mondo e ancora oggi continua a offrirlo all’umanità intera. Per questo noi la riconosciamo come nostra Madre e la invochiamo con i tanti titoli che ce la fanno sentire vicina a noi, nelle nostre condizioni quotidiane e nella nostra missione di evangelizzatori. La chiamiamo Regina dei profeti e degli apostoli, Regina dei martiri e dei confessori della fede, Regina delle vergini e di tutti i santi. Nostra Regina, in ogni situazione delle nostre giornate, in ogni aspetto del nostro impegno come uomini e donne, e come cristiani.
La sentiamo particolarmente vicina ora, in questo momento della storia, quando ne ricordiamo il titolo: Regina dei martiri. Pensiamo ai nostri fratelli uccisi perché sono cristiani, tolti di mezzo da bestemmiatori osceni di un Dio che non è il Clemente e Misericordioso, ma è stato trasformato in un Moloc pagano, assetato di sangue e desideroso solo di sadica crudeltà. E quanti martiri, vittime innocenti, anche tra coloro che non conoscono Cristo ma salgono sulla croce, insieme con lui, uniti a lui nel martirio.
E quanto egoisti siamo noi, sempre pronti a lamentarci, perché in questi tempi abbiamo qualcosa in meno di prima, e che comunque non vorremmo mai condividere con chi non ha niente. E come assurda è la nostra chiusura, quando, a chi cerca di sfuggire la morte per fame o per persecuzione, c’è chi dice, senza vergognarsi: “Stiano a casa loro”.
Non sono queste le parole che Maria ha pronunciato. Non sono questi i sentimenti dei discepoli di Cristo. Queste sono le esternazioni folli di coloro che si mettono allo stesso livello degli islamisti fanatici: estremisti fanatici da una parte, estremisti fanatici dall’altra parte; bestemmiatori contro Dio e contro l’umanità gli uni e gli altri. La lezione di Maria, che ci invita a fare la volontà di Dio, che è un Padre di amore e di misericordia, è ben diversa.
Noi siamo invitati a seguire questo suo esempio. Questa donazione totale è l’unico comandamento che ci è consegnato da Cristo, figlio di Maria e nostro fratello. Lui ha dato per noi la sua vita, e ci ha chiesto di fare lo stesso per i nostri fratelli. Solo così possiamo sentirci suoi discepoli, solo così possiamo riconoscerci come figli di Maria. Questo esempio ci è donato attraverso l’Eucaristia, che offriamo insieme ora, rinnovando il sacrificio di Cristo, vittima innocente dei nostri peccati.