L’impresa più importante compiuta dalle Suore Paoline a Nairobi, durante gli anni della mia permanenza in Kenya, è stata la pubblicazione della Bibbia, in una speciale edizione in lingua inglese, che è stata chiamata “The African Bible”. Lo scopo era quello di fornire ai fedeli cattolici la Sacra Scrittura in un testo equipaggiato con esaurienti introduzioni e note, che non fosse troppo costoso. L’unica Bibbia cattolica disponibile, fino ad allora, era la Bibbia di Gerusalemme, il cui prezzo però era molto alto, relativamente alla povertà di gran parte della popolazione. In alternativa, si doveva ricorrere a edizioni protestanti.
Per riuscire nell’intento, si dovettero superare molte difficoltà: trovare una traduzione in inglese, accettabile come stile ed economica; ottenere che l’edizione fosse preparata per tutti i paesi africani di lingua inglese, per allargare il mercato e quindi ridurre i costi; avere la collaborazione di teologi e biblisti presenti nel continente, in modo che l’edizione rispondesse alle esigenze pastorali proprie della Chiesa Africana.
Con tanto lavoro, tanta tenacia e l’aiuto di persone brave e disponibili, l’impresa giunse a compimento, e la Bibbia Africana fu pubblicata, in un numero limitato di copie: con le prime vendite, si sarebbe provveduto a stamparne ancora.
A questo punto, entrò in scena Suor Rosa Ballini, che in realtà aveva già partecipato alle diverse fasi dell’edizione, ma che ora fece presente una esigenza fondamentale: la Bibbia c’è, ma come farla conoscere alla gente, come avvicinare i nostri fedeli al libro sacro? Non so quanto tempo le fu necessario per giungere a una conclusione, né so se si è trattato di una lenta maturazione dell’idea o di una ispirazione improvvisa. Sta di fatto che un giorno Suor Rosa propose alle consorelle un progetto: realizzare delle Giornate Bibliche, nelle quali, dalla mattina al tardo pomeriggio, diversi relatori avrebbero presentato vari aspetti della Scrittura. Nella circostanza, il volume, già messo in commercio ad un prezzo conveniente, sarebbe stato offerto ai partecipanti con uno sconto speciale.
L’idea piacque. Ne fui informato e l’informazione non giunse da sola: Suor Rosa voleva che anche io fossi parte dell’impresa e mi propose subito di prendervi parte. Probabilmente non lo faceva perché pensasse che io avevo speciali competenze in materia, ma ci vedeva un modo per dare un buon esempio ai Vescovi, che sarebbero stati incoraggiati a partecipare, e forse anche per rendere possibile l’iniziativa nelle loro chiese. Dire di no a una suora può essere facile, ma, quando si sa che c’è di mezzo anche il Nunzio Apostolico, la cosa può diventare un po’ più delicata.
Il primo tentativo fu fatto nella Cattedrale di Nairobi. Data fissata il sabato 5 maggio 2001. Inizialmente, l’Arcivescovo, Ndingi Mwana a Nzeki, temeva che, nel pomeriggio, ci fosse una interferenza con la prima messa della domenica. Di fatto, quando poi entrò in Cattedrale verso la conclusione della Giornata, fu enormemente impressionato dal numero dei presenti, che erano rimasti in chiesa dalla mattina. La sua reazione fu immediata: “Quando ne organizziamo un’altra?”
Tutto si svolse come Suor Rosa aveva previsto e programmato. I partecipanti avevano riempito la grande Cattedrale fin dalle 9 del mattino. Si procedette con l’intronizzazione della Bibbia e una breve preghiera. Quindi toccò a me fare la prima conversazione, che aveva come titolo: “In viaggio con la Bibbia”. Dopo di me, parlarono altri relatori. La gente seguiva con attenzione e non pochi erano quelli che, forniti di un quadernetto, prendevano appunti. Io tornai in Nunziatura, ma la notizia del grande successo della giornata mi raggiunse subito dopo la conclusione.
Dopo qualche mese, fu organizzata una seconda Giornata nella stessa Cattedrale di Nairobi e quindi una terza nella Cattedrale di Nakuru. Suor Rosa si occupava sempre di organizzare il tutto, prendeva contatto con i vescovi e con i diversi oratori, e fin da subito, stabilì che io dovevo esserci sempre. Dovetti capire che non era facile dire di no alla suora, ma devo anche confessare che ogni volta prendevo parte agli eventi con maggiore gusto e interesse sincero.
Dato che le cose non potevano restare sempre uguali, Suor Rosa cominciò a fare presente un’esigenza che, a suo dire, le era stata suggerita da diversi partecipanti: dopo la mia introduzione, molti avrebbero voluto presentare delle domande, per risolvere dubbi e curiosità. La cosa non sembrava facile: come fare domande in quelle grandi chiese, con attrezzature limitate e il rischio che molti non potessero seguire l’eventuale dibattito?
Suor Rosa era comunque ormai convinta che fosse necessario avere un tempo per domande e risposte, e in questa situazione fermare Suor Rosa non era un’impresa possibile, né per le sue consorelle né, tanto meno, per me, che ero soltanto un ospite, sia pure gradito e ben trattato, della loro iniziativa. Per cui nella Cattedrale di Kitui, il 15 marzo 2003, in occasione della 6ª Giornata Biblica, si fece il primo tentativo. Le domande erano presentate a voce, e, se non capivo bene il problema, o se la domanda era fatta in una lingua locale, ero aiutato dalle suore o da uno dei preti presenti. Pur con qualche difficoltà, il tentativo fu decisamente un successo.
La volta seguente, in occasione della 7ª Giornata, la 3ª celebrata nella Cattedrale di Nairobi, si passò ai foglietti: le giovani Novizie distribuivano foglietti e penne a chiunque ne facesse richiesta, e quindi passavano a raccogliere le domande scritte. Alla fine del mio intervento, mi veniva portato il cesto con i foglietti e io ne prendevo uno alla volta, leggevo la domanda e davo la risposta. Qualche volta le domande si ripetevano, e questo accelerava il procedimento, ma le domande erano sempre tante, e i cestini si vuotavano e si riempivano in continuazione.
Un episodio simpatico avvenne nell’incontro seguente a Kisumu, sabato 12 aprile 2003. Fui avvertito che le domande sarebbero state davvero tante, per cui mi si chiese di abbreviare la mia relazione. Quindi, prima delle 10 del mattino, cominciai a ricevere le domande e a formulare risposte. Si andò avanti per un pezzo, fino a quando mi fu passato un foglietto sul quale lessi: “Eccellenza, è già l’una. Dobbiamo andare a mangiare qualcosa e lasciare del tempo libero alla gente”. Il bello è che né io mi ero stancato di rispondere né si era stancata quella buona gente di ascoltarmi.
Secondo i miei calcoli, furono 15 le Giornate Bibliche alle quali partecipai. Non so se l’iniziativa proseguì, dopo la mia partenza dal Kenya per raggiungere i Paesi Nordici ai quali ero stato destinato. Ma i ricordi di ognuna di quelle Giornate sono rimasti nel cuore di tutti quelli che vi hanno preso parte. Come dimenticare la folla incredibile nel piccolo stadio di Nanyuki, e le oltre cento domande che avevano preparato e selezionato in anticipo, per non perdere tempo ed evitare ripetizioni. Una commozione unica la provammo nelle Giornate svolte nelle due prigioni di Nairobi, maschile a Kamiti e femminile a Langata, con una partecipazione attenta e intensa dei carcerati e delle carcerate.
Lasciando Nairobi, pensavo che delle Giornate Bibliche mi sarebbe rimasto solo il grato ricordo. Ma l’inarrestabile Suor Rosa aveva per me un’altra sorpresa. Dopo qualche tempo che ero a Stoccolma, ricevetti dalle Paoline di Nairobi la trascrizione di un buon numero di domande e risposte, registrate durante le diverse Giornate. Ne avevano fatto una cernita e avevano organizzato un discorso omogeneo, con l’intenzione di pubblicare un volumetto dal titolo: “101 domande e risposte sulla Bibbia”.
Non feci altro che leggere il testo, precisando le citazioni ma cercando di rispettare il tono discorsivo e immediato delle risposte date oralmente. Il libretto fu pubblicato e, per quello che so, ha avuto un buon successo, al punto che è stato necessario farne più di una ristampa. In totale, ne sono state vendute circa 8.000 copie.