Storia di Leoni

Si sa che il Kenya è una terra privilegiata con una grande presenza di animali selvaggi, che si possono incontrare sia nei grandi parchi nazionali sia in alcune zone poco abitate, in cui essi continuano a vivere tranquillamente. In effetti, è molto più impressionante vedere qualche felino o qualche pachiderma fuori dei parchi, perché in questo modo si può almeno assaggiare l’atmosfera che si doveva sperimentare ovunque, nell’Africa di tanti anni fa.

Il leone, secondo una espressione che ora è di moda, è l’animale più iconico nell’Africa sub-sahariana. Quando si visita uno dei grande parchi, gli autisti che accompagnano i turisti si passano le informazioni, e la domanda che si scambiano è sempre la stessa: “Simba?”, perché sanno che tutti vogliono vedere soprattutto i leoni.

Ogni volta che ci sono capitato, ho potuto vedere leoni, leonesse ad anche i bellissimi leoncini, che richiamano sempre l’immagine tenera dell’animaletto di pelouche. Ma niente possibilità di giocarci, perché la madre, sempre vicina, non permetterebbe nessuna confidenza con i suoi figli. Molto frequentemente però i leoni stanno dormendo, dato che sono stanchi per la spossante caccia notturna, e non intendono scomodarsi per dare qualche soddisfazione ai visitatori.

Una volta sola ho potuto assistere al pasto dei leoni. Eravamo nel Masai Mara e, nella esplorazione mattutina, ci era stata segnalata la presenza delle fiere. Erano sei leoni maschi e stavano divorando uno gnu. Accomodati a semicerchio, i leoni aspettavano tranquillamente il loro turno e, uno alla volta, si avvicinavano alla carcassa, staccandone enormi bistecche ad ogni morso. La stessa guida, ascoltando il suono della carne che veniva lacerata, mi diceva che era anche per lui la prima volta che poteva ascoltare questo rumore.

L’ultimo leone non riusciva a staccare la carne, perché il mozzicone rimasto era troppo leggero per resistere alle sue strappate. E allora uno dei compagni si è alzato di nuovo e, tenendo fermo quello che restava dello gnu, ha parmesso all’altro di servirsi comodamente della sua porzione di carne.

Il Signor Giovanni Putton, che era vissuto in Kenya da più di quanranta anni, mi ha raccontato un suo incontro con un leone. Mentre era in un viaggio di lavoro, scese dall’auto per un suo bisogno naturale. Mentre, nel frattempo, si guardava attorno, il suo sguardo si incontrò con un paio di occhi gialli, che lo fissavano attentamente. Occhi di leone! Con estrema rapidità, si aggrappò a un ramo dell’albero più vicino e vi si issò, restando ad una altezza che lo teneva a distanza di sicurezza dalla fiera. Dovette restarvi qualche ora, in attesa che il leone si stancasse di aspettare e si allontanasse, alla probabile ricerca di una preda più accessibile.

Più volte, tornando in quello stesso luogo, aveva cercato di ripetere il salto per salire di nuovo sull’albero, ma non ci riuscì: l’andrenalina provocata dalla vista del leone gli aveva dato un’energia che, in condizioni normali, non possedeva.

Un altro episodio, sempre a proposito di leoni, me l’ha raccontato un altro italiano, anche lui residente in Kenya da diversi decenni. Durante un viaggio, a una certa distanza aveva visto tre leonesse che avevano appena ucciso una zebra e stavano cominciando a divorarla. A poca distanza da loro, si stavano radunando alcune iene, che pian piano si avvicinavano. Dopo poco le iene erano una trentina, e stringevano sempre di più il cerchio attorno alle leonesse. Queste cercarono di spaventarle con qualche ruggito, ma quelle non demordevano. Alla fine, le tre leonesse si allontanarono, mentre le iene si gettavano sulla preda e cominciavano il loro pasto.

Dopo di un po’, si udì un brontolio e, fermo su una piccola elevazione del terreno, apparve un enorme leone maschio. Le iene lo guardarono, innervosite, ma continuarono a mordere la zebra. Allora il leone si mosse al piccolo trotto e poi, quando era ormai a poca distanza, lanciò un terribile ruggito e partì alla carica. Le trenta iene fuggirono tutte.

Chi mi raccontava la storia trasse questa conclusione: “Non c’è dubbio che trenta iene avrebbero potuto resistere ad un leone da solo, ma quella volta ho capito davvero perché il leone è chiamato il re degli animali!”

Leoni

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