Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria

Loreto, 8 dicembre 2011

            Quando Dio si presenta nella nostra vita, ci sono due modi in cui possiamo reagire: o cerchiamo di scappare e ci nascondiamo, come ha fatto Adamo, oppure accogliamo il messaggio del Signore, capiamo bene quello che vuole da noi e rispondiamo con il nostro “sì”, come ha fatto Maria.

            La differenza di atteggiamento nasce da quello che è successo prima: nel caso di Adamo, l’episodio che precede la narrazione che abbiamo ascoltato è quello del primo peccato, quello che chiamiamo ‘originale’, perché sta all’origine di ogni altro peccato che, dopo di allora, è stato commesso nel mondo. Di cosa si trattava? Sappiamo bene che la Bibbia non racconta la storia del mangiare una mela. Di mela non si parla. C’è il ricordo di un frutto, che non doveva essere mangiato, ma era il frutto di una pianta che non esiste in botanica: l’albero del bene e del male. È un modo simbolico per ricordare che la possibilità di stabilire quello che è bene, e deve essere fatto, e quello che è male, e quindi non deve essere fatto, appartiene a Dio e a Dio soltanto.

Il primo uomo, dietro il suggerimento del tentatore, aveva invece deciso che Dio non aveva il diritto di interferire nella sua vita, che di fatto gli stava negando tutto quello che c’era di bello e di buono da sperimentare, e che, in definitiva, Dio, invece di essere un amico sincero, era soltanto geloso della sua creatura e ne aveva persino paura. Sappiamo quello che è accaduto: Adamo ha deciso di fare quello che Dio aveva detto di non fare, e in questa modo ha stabilito la propria indipendenza e il diritto di fare le sue scelte, contro quelle di Dio. Conseguenza? La perdita della dignità, dell’armonia con se stesso e con gli altri, a cominciare dalla donna sua compagna. Per questo ora l’uomo fugge dalla presenza di Dio, che lui ha deciso di vedere come proprio nemico. Sono tutte cose che sappiamo bene, perché è quello che facciamo ogni volta che commettiamo un peccato, scegliendo di andare contro la volontà di Dio, e trovandoci, ogni volta, nell’umiliante condizione di scoprire la nostra debolezza e i nostri limiti.

            Di fronte a questo episodio, negativo, sta l’altro dialogo, che abbiamo ascoltato e che ha un valore ugualmente universale, perché ci tocca tutti, ma questa volta in chiave positiva, non per il nostro male ma per il nostro bene. La fuga di Adamo è contrastata dall’atteggiamento di Maria che, all’arrivo dell’angelo, messaggero di Dio, in casa sua, non ha avuto paura, ma ha ascoltato con attenzione quello che le veniva detto. Turbata, sì, lo è stata, per l’importanza del saluto che le era stato rivolto; sorpresa per la richiesta che le giungeva da parte di Dio e per la missione immensa che le veniva proposto di compiere. Ma, alla fine, pronta a dare il suo “sì” a tutto questo, pronta a fare la volontà del Signore, ad essere madre del Figlio di Dio, colui che doveva essere responsabile di un regno che non avrebbe avuto mai fine.

            Come nel caso della fuga di Adamo, dobbiamo chiederci: cos’era successo prima? Quello che aveva preparato Maria a questo incontro ed a questa risposta era proprio la ragione della nostra festa di oggi: l’Immacolata Concezione di Maria. Il che significa questo: quando ciascuno di noi è stato concepito nel seno della nostra madre, nello stesso momento in cui siamo diventati parte dell’umanità, siamo stati come infettati da quel primo peccato commesso da Adamo; abbiamo ricevuto, come in un contagio, quella macchia di peccato che ci rendeva separati dal nostro Creatore. Maria, all’occhio di Dio, che è fuori delle nostre divisioni di tempo e di spazio, è apparsa come la creatura della quale il Signore poteva fidarsi completamente per dare inizio al suo progetto di salvezza per tutti. Doveva essere la madre del Salvatore del mondo, di colui che doveva liberarci tutti dalla schiavitù del peccato. E allora lei stessa non poteva essere toccata dal peccato, ma doveva esserne libera fin dal principio. E quindi, fin dal momento del suo concepimento nel seno di sua madre, Dio ha anticipato gli effetti della passione, morte e risurrezione di Gesù e l’ha liberata da ogni contatto con il peccato. È stata concepita senza macchia di peccato originale: l’Immacolata Concezione.

            La promessa di Dio ad Adamo, dopo il peccato, aveva fatto intravedere la figura di una donna, la cui discendenza avrebbe schiacciato la testa del serpente tentatore. In quelle parole la Chiesa ha vista la profezia di Maria, non toccata dal peccato, il cui figlio, Gesù, avrebbe definitivamente sconfitto il demonio e liberato l’umanità dal peso della colpa. In questa festa ricordiamo quindi i momenti più importanti nella vita dell’umanità: la caduta nel peccato, per mancanza di fiducia in Dio; la salvezza, per il “sì” pieno di amore detto a Dio da Maria, la fanciulla ebrea, scelta per compiere la missione più alta mai affidata ad una persona.

            Maria è oggi presentata davanti a noi, discepoli di Cristo e figli della Chiesa, nello splendore della sua totale fedeltà a Dio, nella bellezza della sua anima, mai divisa tra interessi e finalità diverse, ma tutta orientata a Dio, alla sua parola, alla sua volontà. La festa di oggi ci offre innanzitutto l’occasione per dire grazie a Maria per la sua prontezza ad accettare il progetto di salvezza del Signore: ti diciamo grazie perché proprio per il tuo “sì” noi tutti siamo stati salvati.

Questa è anche l’occasione per capire che, se Maria, rendendosi disponibile alla volontà di Dio, ha permesso al Signore di compiere opere grandi, ognuno di noi, seguendo il suo esempio, può dare un suo contributo al piano di salvezza del mondo. Pensate: la salvezza dell’intera umanità passa attraverso l’intervento di Maria. In una parte molto più piccola, molto meno importante ma pur tuttavia unica, la stessa salvezza dipende anche da me, da ciascuno di noi. È un pensiero che deve riempirci di orgoglio e deve darci un forte senso della dignità e della responsabilità che portiamo con noi.

            Oggi stesso, in questa solennità dell’Immacolata Concezione, in questo luogo che è stato testimone del concepimento di Maria, libera da ogni macchia di peccato, e soprattutto dell’incarnazione del Figlio di Dio nel seno di Maria, possiamo confermare il “sì” alla volontà di Dio nella nostra vita, ascoltando e ripetendo le parole della Vergine Santa: “Avvenga per me secondo la tua parola”.

            Amen.