Con il Clan del gruppo Scout “Roma 22” era tradizione fare un campo mobile nei giorni liberi della Settimana Santa. Si partiva da Roma il mercoledì e si tornava il sabato pomeriggio, in tempo per ritrovarci, non molto riposati ma bel lavati, per la Veglia Pasquale della chiesa della parrocchia.
Nel 1978, la meta prescelta è stata l’Argentario. Il cielo era annuvolato e la temperatura decisamente bassa. La sera del Giovedì Santo, il 23 marzo, prendemmo rifugio in un castello abbandonato, con alcuni spazi ancora coperti. Vedo ora che si trattava del Forte Stella, che da allora è stato restaurato ed è diventato un’attrazione turistica. Allora c’era poco da ammirare. La celebrazione eucaristica si svolse al buio quasi completo, per la necessità di risparmiale le batterie delle pile. Negli stessi ambienti passammo la notte, mentre fuori imperversava una forte bufera, con tanto vento. La mattina dopo, i nostri sacchi a pelo erano ricoperti di sabbia.
Il giorno seguente, ci muovemmo e, nel pomeriggio, decidemmo di svolgere la celebrazione della passione in una spiaggetta vicino al mare, che era fornita di una grossa pietra, che aveva la forma perfetta di un altare. La croce fu preparata con due rami presi in prestito dalla macchia circostante. Preparammo la lettura della passione a più voci e cominciammo la celebrazione.
Proprio mentre leggevamo il racconto della passione di Cristo secondo Giovanni, cominciò a piovere. Mi resi subito conto che nessuno aveva intenzione di muoversi e la lettura andò avanti senza interruzioni. Poco dopo, la pioggia cessò. Ricordo bene con quale intensità si svolse l’adorazione della croce, che porsi a ciascuno per il bacio, e poi piantai a fianco della grossa pietra.
La mattina dopo, a cielo ormai sereno, quell’angolo di spiaggia, con la pietra e la croce, era diventato un suggestivo ricordo della celebrazione, così sofferta ma così intensa.