Vieni da terre lontane, ma ti sentiamo già vicino. Vicino come è vicino un padre, che abbiamo desiderato e ora abbiamo ricevuto dalle mani generose della Provvidenza, che non lascia mai i suoi figli privi di guida e di sostegno. Ancora una volta, le tante domande della vigilia, ingigantite da futili speculazioni e dal desiderio di sensazioni strane, sono svanite, di fronte a una realtà che ci ha, nello stesso tempo, presi di sorpresa e riempiti di gioia.
Ti abbiamo visto alla loggia della Basilica Vaticana, trasformato dall’abito bianco e come stupito di essere lì, ma insieme quasi trasfigurato dalla grande missione, che ti era stata appena affidata e che tu vuoi leggere con la semplicità e la serena letizia di colui del quale hai voluto prendere il nome.
Sappiamo ancora poco di te, e non mi riferisco a quello che le informazioni ci possono dire, con abbondanza di particolari. Vorremmo conoscere quello che sei nell’intimo del cuore e nella manifestazione della tua fede, e aspettiamo di capirlo dai tuoi gesti e dalle tue parole. Come figli, desiderosi di conoscere il loro nuovo padre, abbiamo già ricevuto segni chiari, che ci fanno riflettere e ci rallegrano.
“Tu sei Pietro”. Il Signore ha ora pronunciato per te queste parole, e ti ha investito di responsabilità immense, per guidare la sua Chiesa nel cammino verso la Patria. Ti ha posto di fronte a tutti noi, pellegrini insieme con te, desiderosi di seguire il tuo esempio nella costruzione di un mondo nuovo, in cui parole come giustizia, solidarietà, aiuto reciproco, carità, non suonino strane e utopistiche, ma diventino l’ideale concreto da perseguire e rendere vero.
E hai scelto il nome di Francesco. Tra i tanti nomi possibili, questo è nello stesso tempo il più originale – nuovo per un Papa! – e il più impegnativo, perché richiama l’esempio del poverello di Assisi, che ha suscitato nella Chiesa un movimento di spiritualità la cui energia continua a stimolare anche oggi milioni di fedeli. È un esempio difficile, perché richiede un’accoglienza totale del Vangelo, come sola parola che ci può ispirare e che ci porta la salvezza.
Insieme con te ci mettiamo, una volta ancora, in cammino. Senza timidezza, senza paura, contando sul tuo esempio e il tuo incoraggiamento. Impareremo a chiamarti padre e, riconoscendo nel tuo sguardo un riflesso dello sguardo di Dio Padre, abbiamo la ferma fiducia che ci guiderai con passo sicuro nella direzione giusta, attraverso le prove e le sfide che aspettano la Chiesa in questo oggi della sua storia, mai semplice, mai facile, ma sempre orientata verso l’adempimento della sua missione di bene.
Benvenuto a noi, Papa Francesco. Dal Santuario della Santa Casa, la nostra preghiera per te sale a Dio, portata dalle mani di Maria. Hai unito il tuo “sì” al “fiat” di Maria. Che Dio ti accompagni nella tua missione di Pastore Universale. Da parte nostra, tuoi figli, fin da ora, ti promettiamo ascolto e fedeltà.