Rapida carriera a Kribi

In occasione di una breve escursione, avevo conosciuto la località di Kribi, a sud della città di Douala, che era caratteristica per il fiume che finiva con una cascata, direttamente in mare. Lì vicino, i missionari Spiritani avevano costruito una residenza, che poteva essere utilizzata da tutti loro, per un periodo di riposo. Chiesi di poterla usare anche io e, ottenuto senza difficoltà il loro permesso e con l’autorizzazione del Nunzio, mi recai a Kribi il 30 dicembre 1972.

La mia intenzione era di trascorrere qualche giorno di ritiro spirituale, approfittando anche della spiaggia vicina per qualche nuotata. Mi accompagnavano due signorine italiane, volontarie laiche, in missione nella diocesi di Mbalmayo.

Il 1° di gennaio, celebrai Messa nella chiesetta del villaggio, una costruzione in stile gotico, risalente al periodo precedente alla prima guerra mondiale, in cui i missionari erano tedeschi. Un missionario francese, che concludeva il suo tempo di vacanza, mi presentò ai fedeli, attribuendomi il titolo di Monsignore, che in realtà non avevo ancora. Il catechista, che interpretava le sue parole nella lingua locale, tradusse il titolo con “biscop” o qualcosa del genere, che, comunque, mi promuoveva immediatamente al livello episcopale.

Qualche giorno dopo, mentre era in spiaggia, e stavo meditando su un testo del Concilio, arrivò un giovane che mi chiese dove fosse il cardinale. Al che gli risposi che non c’era nessun cardinale.
Mi corresse: aveva saputo che nella casa dei missionari c’era un cardinale, e l’informazione era vera. Al che conclusi che, effettivamente, nella casa c’era un ospite, ma non era proprio un cardinale.
Non rimase convinto e, probabilmente, pensò che parlassi così per invidia.

A parte questa carriera fulminante, i giorni a Kribi furono belli e molto riposanti, con qualche episodio interessante. All’alba del 31 dicembre, una grossa tartaruga marittima, che aveva appena depositato le sue uova, fu catturata e uccisa. Potei soltanto assistere al mercato immediatamente organizzato dei fortunati cacciatori, i quali vendettero carne, uova e anche il carapace, tagliato a pezzi. Mi spiegarono che se ne estraeva del grasso, utilizzato come combustibile per le lampade.

Il ragazzo che voleva vedere il cardinale

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Il ragazzo che voleva vedere il cardinale