Museo – Antico Tesoro della Santa Casa di Loreto, Catalogo, 2014
UN INVITO
La prima domanda che chi entra in un museo dovrebbe porsi è questa: “Qual è il fine di questo museo? Per quale ragione questi oggetti diversi sono stati messi insieme in questi ambienti? Che cosa dovrei capire dalla visita che sto cominciando?”
Chi entra nel Museo – Antico Tesoro della Santa Casa trova la risposta già nella prima collocazione delle opere esposte: una dopo l’altra, le sale rimandano al Santuario e ci aiutano a capire il significato di questo luogo, in cui tutto parla della reliquia che è conservata all’interno della grande Basilica.
Il dono che la Provvidenza Divina ha fatto alla nostra regione, con la venuta delle tre pareti della Casa di Nazaret sulla questa collina, ha permesso agli artisti di raccontare l’evento, liberando la loro fantasia e mettendo alla prova le loro abilità. E non c’è dubbio che il ricordo tradizionale del volo angelico è quello che ha stimolato il loro spirito creativo più di altre versioni, forse più razionali ma certamente meno allettanti dal punto di vista iconografico.
Una seconda linea di lettura è data dalle tante opere che testimoniano la decorazione della Basilica, quale era in passato – e ne restano alcuni lacerti di grande efficacia visiva – e quale è stata restaurata in tempi più vicini a noi – e possiamo seguire il lavoro degli artisti, dalla preparazione di un bozzetto al completamento dell’impresa.
Accanto all’interpretazione delle origini e alla iconografia della basilica, si moltiplicano le presenze di doni votivi, offerti in omaggio alla Vergine Lauretana, nei secoli riconosciuta da milioni di devoti come Madre generosa e sempre attenta ai desideri e ai bisogni dei suoi figli. Alcuni oggetti, scampati alle spoliazioni sacrileghe operate più volte, ci parlano di grazie ricevute e testimoniate, mentre la maggior parte esprimono la gratitudine senza permetterci di sapere quale ne sia stata la ragione.
Un museo, quindi, da visitare con calma e con attenzione, per lasciare che ogni sala e ogni opera raccontino la loro storia e ci aiutino a godere del bello e del buono in esse racchiusi. Il pellegrinaggio a Loreto sarebbe mortificato, se con comprendesse anche una escursione nel museo, che sia in preparazione dell’incontro con la Reliquia, nella Basilica, o che sia per completarne la comprensione dopo averla visitata.
Una visita quindi fatta in spirito di preghiera, per vivere la “via della bellezza” che è parte così importante e tradizionale nell’opera di evangelizzazione (cfr. Papa Francesco, Evangelii gaudium, n. 167).
+ Giovanni Tonucci
Arcivescovo Delegato Pontificio