Monsignor Silvestrini mi chiese un giorno di andare in uno dei salotti di ricevimento della Segreteria di Stato, per incontrare un anziano Monsignore, completamente cieco. Sotto sua dettatura, avrei dovuto scrivere un articolo da pubblicare sull’Osservatore Romano. Fu così che conobbi Monsignor Giuseppe Di Meglio, con il quale ebbi poi diverse occasioni d’incontro.
Dotato di una memoria formidabile, mi dettava con sicurezza le frasi della sua composizione. Riascoltando il testo, vi apportava poi qualche correzione, ma la struttura era chiara fin dalla prima stesura.
Nel corso delle conversazioni che accompagnavano i nostri colloqui, Mons. Di Meglio mi raccontò alcuni episodi accaduti durante la seconda guerra mondiale. I documenti più delicati in possesso della Santa Sede erano tenuti nascosti sotto il letto di Pio XII, ma, quando si temette una invasione del Vaticano da parte dei tedeschi, tutti i documenti furono bruciati. “Ma – aggiungeva – li ho tutti nella mia memoria!”
Quando raccontai questo particolare a Mons. Silvestrini, questi mi chiese di trovare il modo di convincere Mons. Di Meglio di far scrivere i testi che ricordava: si sarebbe trattato di una documentazione di estrema importanza.
Purtroppo, proprio allora, Mons. Di Meglio si ammalò e non ci incontrammo più. In seguito lasciai Roma per Belgrado. Di Meglio morì nel 1994. Non credo che i documenti conservati nella sua memoria siano mai stati messi per iscritto.