3 aprile 2008
La Chiesa ha celebrato la Pasqua e ora ripercorre i giorni nei quali Gesù risorto, ancora presente in mezzo ai suoi discepoli, li prepara al distacco definitivo. Un distacco che però permetterà l’invio dello Spirito Santo, che accompagnerà la Chiesa nel suo cammino nel mondo, dal giorno di Pentecoste fino alla fine dei tempi.
In questo momento di pausa e di riflessione, ho preso un po’ di tempo per visitare il Museo della Santa Casa, una raccolta di opere d’arte e di fede, collocata al primo piano del Palazzo Apostolico, appena a sinistra della Piazza della Madonna, per chi vi entra da Via Sisto V. Le opere esposte sono tante, e trasmettono un messaggio di bellezza e di devozione.
Tra i quadri e le statue esposte, molte sono le rappresentazioni di Maria. Non dovremmo sorprenderci, visto che si tratta del Museo di un santuario dedicato alla Madonna. A pensarci bene, in ogni museo del mondo, i quadri che, in un modo o nell’altro, si riferiscono alla Madre di Gesù sono molti, e forse potremmo scommettere che sono la maggioranza.
Tante rappresentazioni colgono momenti privilegiati della vita di Maria: l’Annunciazione, la Natività di Gesù, l’Adorazione dei magi, la Presentazione, il ritrovamento di Gesù nel tempio, le nozze di Cana. Dopo gli anni di silenzio, ecco Maria ai piedi della croce e poi la Madre che sorregge sulle ginocchia il corpo morto del Figlio, nella rappresentazione più universalmente nota del dolore umano: la Pietà. Gli artisti hanno interpretato anche i vari privilegi di Maria: Immacolata Concezione, Madre di Dio, sempre Vergine, Assunta in cielo, Madre della Chiesa, Regina degli angeli e dei santi; e poi i suoi titoli di onore e di missione: Madre della misericordia, del buon consiglio, della speranza, della consolazione.
Ogni artista che ha posto mano a raffigurare Maria ha sentito la sua presenza in maniera diversa: giovinetta graziosa e ingenua o donna solenne, colta in un momento di sorpresa gioiosa o in una serietà pensosa, in un momento della sua vita di ogni giorno o nella maestà di una regina, serena nel dolore o straziata dal martirio. Nell’immagine della Pietà di Michelangelo che si trova nella Basilica di San Pietro, ad esempio, la Madre è stata rappresentata giovane e mesta, in un dolore tutto racchiuso nel cuore e rivelato solo da gesti appena accennati; nella Pietà Rondanini, invece, lo stesso artista ha sbozzato appena il volto di Maria, mostrandoci però la lacerazione che provoca in lei la morte del Figlio e nei graffi del marmo sembra di poter vedere le lacrime.
Gli artisti rappresentano Maria come la Donna universale, che vive tutte le condizioni umane e nella quale ogni donna può riconoscersi e identificarsi. Attraverso il pennello del pittore o lo scalpello dello scultore, la Madre di Gesù entra in dialogo con ognuno di noi e a ognuno offre un messaggio di amore e di bellezza.
Vien voglia di dire che, per un artista che meriti di essere riconosciuto con questo nome, la rappresentazione della Madonna diventa una sfida da affrontare e da superare nel modo migliore. In questo aspetto creativo, ogni artista diventa un riflesso, sia pure pallido e limitato, dello stesso Dio creatore. Dio ha potuto fare quello che per nessun altro può: si è scelto una Madre, anzi, ha potuto modellarla nel modo migliore possibile. Il Divino Artista ha fatto di Maria la creatura più perfetta che si potesse pensare, quella che non avrà mai eguale nella storia dell’umanità. Con una intuizione piena di bellezza e di verità, qualcuno ha detto: “Dio è innamorato di Maria”.
L’artista che, nel suo piccolo, cerca di ripetere il miracolo compiuto da Dio, passa forse attraverso la stessa esperienza: vuol fare dell’immagine della Madre la cosa più bella che si possa immaginare, cercando di avvicinarsi a quella perfezione che solo Dio poteva compiere in pienezza.
Possiamo allora dire che ogni artista che rappresenta la Madonna è anch’egli innamorato di Maria? Penso proprio di sì. Ed è forse attraverso quella rappresentazione, che fa nascere in chi l’ammira dei sentimenti di amore per la Madonna, ogni artista giunge a meritare il Paradiso. Usando forse l’ingresso di servizio, quello che Maria apre, quando vuol far entrare qualcuno che, pur avendo peccato molto, ha però saputo esprimere un amore grande e sincero per Lei.