Il 26 gennaio 2002 fui invitato per una solenne celebrazione a Bosco Boys, un centro di raccolta per ragazzi di strada, creato e diretto dai missionari salesiani. Nel programma, dopo la Messa e la benedizione dei locali dove vivevano i ragazzi, c’era anche una esibizione di spettacolari numeri atletici, da parte degli stessi ragazzini del centro: salti mortali, piramidi umane, percorsi a ostacoli e così via. Questo tipo di esibizione viene lì definito come “Mambo Jambo”.
Dopo aver seguito con divertimento l’esibizione, veramente impressionante, fui invitato a dire le solite “due parole”. Prima di arrivare alla parte seria del mio discorsetto, scherzai dicendo che anch’io ero capace di fare quel tipo di esercizi, e l’avrei mostrato, se non fosse che avevo addosso la veste bianca e, soprattutto, la croce pettorale, che mi avrebbe impedito di fare salti mortali.
Ero sicuro che tutti avessero capito l’autoironia di queste affermazioni. Tutti difatti risero. Ma, evidentemente, un ragazzino le aveva prese sul serio e, alla fine, mi venne vicino e mi disse: “Nunzio, se vuoi fare i salti, la croce te la posso tenere io”. Il bello è che non scherzava affatto, ma lo diceva tutto serio e pienamente convinto. Ovviamente, apprezzai la sua gentile disponibilità, ma ritenni più opportuno non accettarla.