Santa Messa in Santa Casa, 2 aprile 2012 – Radio Maria
In questo inizio della settimana santa, la nostra attenzione è attirata dall’episodio accaduto a Betania, con la manifestazione di amore di Maria e la reazione gretta di Giuda. Oggi, però, voglio fermarmi un poco a riflettere su quello che il Profeta Isaia ha scritto, in una di quelle pagine che sono chiamate “Carmi del Servo del Signore”.
Qui si mette in risalto la mitezza di Gesù, del quale, in una visione profetica, si dice che non alzerà la voce e avrà rispetto per tutti. Di fronte a lui – si tratta di un esempio per farci capire – ha valore anche una canna incrinata, che noi spezzeremmo e butteremmo via. Anche un lumino, che ormai dà poca luce e sembra spegnersi da un momento all’altro. Noi soffieremmo sopra per spegnerlo del tutto, mentre Gesù cercherà di rispettare anche quella poca fiamma che è rimasta.
Dice poi Isaia: “Proclamerà il diritto con fermezza e si darà da fare fino a quando la giustizia non sia stabilita su tutta la terra”. Questo vuol dire che il Signore sarà paziente e benevolo con tutti, ma non per questo mancherà di annunciare con forza la verità e lotterà perché questa sia conosciuta e accolta dappertutto.
Ecco, allora, la lezione per noi, che ci dà un grande incoraggiamento, proprio adesso quando, nell’imminenza della Pasqua, siamo invitati a considerare la nostra vita di peccato ed a cercare il perdono di Dio attraverso il sacramento della riconciliazione. Non possiamo in nessun modo aver paura del Signore, che ci guarda con tanta benevolenza, capisce la nostra debolezza ed è pronto a darci il suo perdono completo. Ma, nello stesso tempo, egli denuncia il peccato e non fa finta di niente, come se il male fosse bene, e il peccato fosse qualcosa di normale e di accettabile. Tante frasi che si dicono, e alle quali siamo abituati anche noi, non esistono nel linguaggio di Cristo: “Ma cosa vuoi farci, lo fanno tutti, ormai il mondo è così, ormai non ci si fa più caso”.
Gesù annuncia con fermezza la verità e ci chiede di accoglierla intera nella nostra vita. La verità del Vangelo non si svende e non si annacqua per seguire le mode del momento: il Vangelo non è mai andato di moda, e non per nulla colui che lo ha annunciato è morto in croce, e tutti i suoi apostoli e tanti discepoli nel corso dei secoli lo hanno seguito nella testimonianza del martirio. Ma nello stesso tempo, Gesù accoglie i peccatori con estrema delicatezza, senza mai accusare o rimproverare: ognuno di loro è accolto, abbracciato, perdonato e amato più di prima.
Questa è la grande certezza che il Vangelo ci offre, e che possiamo vivere proprio in questi giorni, come modo perfetto per prepararci a rivivere la verità più bella della nostra fede: che Gesù, che si è incarnato ed è divenuto in tutto uno di noi, che ha affrontato per noi la passione e la morte dolorosissima, è risorto, vive ancora e ci invita tutti a condividere con lui la vittoria sul peccato e sulla morte. Non possiamo aver paura di un Dio che è così, e che vuole solo la nostra gioia più vera e più piena.
Torniamo allora all’episodio del Vangelo: Maria di Betania, che unge i piedi di Gesù e mostra così il suo grande amore per lui. È qualcosa che dovremmo fare anche noi, in questi giorni benedetti: trovare il modo di far sentire al Signore il nostro amore e la nostra riconoscenza. Una pausa di preghiera? Una lettura della sua parola? Un gesto di carità verso un povero nel quale riconosciamo Cristo? I modi possono essere tanti. L’importante è non lasciar passare questo tempo senza cogliere l’occasione di far capire a Gesù che lo amiamo tanto, perché sappiamo che lui ci ha amati per primo.