Tra le cose da farsi, nella missione di San Lorenzo, c’erano anche da preparare i battesimi di alcuni bambini. Le suore avevano fatto delle catechesi ai genitori, che poi incontrai anch’io, la vigilia di Natale. Ricordando la passione locale di dare nomi nordamericani, oltre tutto scritti male, raccomandai loro di non scegliere nomi strani per i loro bambini: “Questi nomi li avranno per tutta la vita, quando certi personaggi famosi oggi non saranno più ricordati”. Le suore mi dissero poi che tre genitori erano andati a cambiare il nome dei loro bambini.
Tra i candidati al battesimo c’era una piccolissima Lucia, di pochi mesi e malaticcia. Di fatto, non giunse viva a Natale ma morì proprio durante la Notte Santa. La mattina della festa alcuni parenti vennero in missione a dircelo. Andai alla loro capanna, per benedire il corpicino e per consolare la madre – con il padre non si poteva comunicare perché era ubriaco – alla quale spiegai che Lucia era una catecumena, perché si stava preparando al battesimo, e quindi aveva ricevuto quello che chiamiamo il battesimo di desiderio: Dio l’aveva certamente accolta in cielo.
Più tardi ci fu il funeralino della bimba. Una cassetta di assi grezze, ricoperte con fogli di quaderno di scuola, ne accolse le spoglie e una piccola processione, alla quale presero parte diversi bambini, si mosse verso un punto del bosco che sembrava adatto. Andai anch’io. Del padre non seppi nulla, ma la madre era lì, profondamente addolorata. Uno zio, anche lui ubriaco, condusse l’operazione, e, prima di porre la bara nella fossa, l’aprì per un ultimo sguardo alla morticina. Una croce, appena abbozzata, fu posta sopra la tomba, perché ne restasse il ricordo.