Il 4 settembre 1989, terminando le mie vacanze, passai in Segreteria di Stato, prima di prendere l’aereo per tornare a Washington. Uno dei segretari del Sostituto, che era allora Monsignor Cassidy, mi disse di andare a salutare il superiore, “che ha qualcosa da dirti”.
Feci come richiesto, ma, nella breve conversazione, non si parlò di niente di speciale e non ricevetti nessuna comunicazione di qualche interesse. Uscendo, salutai il Sostituto con un “arrivederci all’anno prossimo”. Il segretario che mi aveva spinto all’incontro fu sorpreso: “Ma non ti ha detto niente?” “Perché? C’era qualcosa che mi doveva dire?” A quel punto fece marcia indietro, con un imbarazzato: “No no, non c’è niente”.
Il giorno dopo, in Nunziatura, Mons. Laghi mi chiese se in Vaticano mi avevano detto qualcosa. Alla mia risposta negativa, mi assicurò che “la cosa è già fatta, ma forse arriverà dopo Natale”. Ogni volta l’allusione era alla mia possibile nomina a Capo Missione, ma il termine preciso non venne mai pronunciato.
La sera del 14 settembre, durante la cena, Mons. Leonardo Sandri, l’ultimo arrivato dei diplomatici, ci disse che aveva l’impressione che, nella macchina della cifra, fosse arrivato un messaggio ma che lui non sapeva come leggerlo. Non potei aiutarlo, perché quella funzione era lasciata al più giovane tra di noi, e io, che ero il più vecchio, non me ne ero mai occupato.
Dopo cena, salii nel mio appartamento e mi misi a guardare la televisione. Verso le 22 il Nunzio bussò alla mia porta e mi disse che era arrivato un telegramma. Gli chiesi subito se c’era da fare qualcosa, ma mi disse che si trattava della mia nomina a Nunzio Apostolico in Bolivia.
Dopo qualche momento, mi chiese di scendere con lui nell’ufficio di Sandri, che lo aveva chiamato quando nel messaggio era apparsa la dicitura: “Decifri solo il Capo Missione”. Restammo insieme per un po’, esaminando le circostanze. Il messaggio, a insaputa di Leonardo, era già arrivato il 10 scorso. Il che vuol dire che ero a Roma meno di una settimana prima, ma non mi avevano detto niente. Eppure, ricordando il suggerimento del segretario del Sostituto, la nomina doveva esserci già!
Ormai verso la mezzanotte, Laghi mi accompagnò al mio appartamento: “Ora dormi tranquillo, che domattina dobbiamo mandare il telegramma di risposta”. “Ma cosa devo dire?” “Devi accettare a basta. Si capisce”.
Ero tranquillissimo, come se la cosa non mi riguardasse affatto. Mi addormentai subito, ma alle due mi svegliai e rimasti a occhi sbarrati per il resto della notte.
Il giorno dopo, il telegramma di risposta fu inviato, e così la mia missione ebbe inizio, con la proposta ricevuta nel giorno dell’Esaltazione della Croce e l’accettazione offerta nel giorno della Madonna Addolorata.