La residenza ufficiale del Presidente della Repubblica di Bolivia distava meno di un centinaio di metri dalla Nunziatura. Il Presidente Jaime Paz Zamora vi abitava insieme con sua madre, Doña Edith, vedova di un alto ufficiale dell’esercito e madre di sei figli, uno dei quali, Nestor, era morto nella lotta di guerriglia. Ne dirò a parte.
Doña Edith frequentava la parrocchia del Carmine e si recava quotidianamente a Messa. Quando non poteva farlo, per ragioni di salute e l’età avanzata, veniva in Nunziatura, e Sor Alicia, la segretaria, le dava la Comunione nella nostra cappella.
Un giorno chiesi a Sor Alicia di chiamare al telefono il Presidente, per una comunicazione di qualche urgenza. Una volta che la conversazione era stata ultimata, la Suora venne a raccontarmi quello che era successo prima. Al telefono, aveva risposto Doña Edith, mentre il figlio si trovava al piano di sopra. Forse perché non c’era un telefono interno, o forse perché la buona signora non lo sapeva adoperare, cominciò a chiamare ad alta voce, mentre sor Alicia ascoltava: “Jaime, sbrigati, al telefono c’è il Nunzio. Non lo far aspettare!” Evidentemente, per lei il Rappresentante del Papa era più importante del Presidente della Repubblica, nel quale, certamente, vedeva soltanto suo figlio.