D – Eccellenza, qual è il significato del Natale in un mondo che cambia troppo in fretta, dove la crisi dei valori convive con la crisi economico-finanziaria e le nuove povertà?
R – Varrebbe la pena chiedersi se la crisi economico-finanziaria, che sta conoscendo il mondo intero, non sia in qualche modo collegata proprio alla crisi dei valori. La proposta che ci porta il Natale, nel ricordo di una nascita che ha cambiato la storia dell’umanità una volta per tutte, è proprio quella di dare spazio ai valori, agli ideali, e di limitare il nostro egoismo che ci fa valutare solo il nostro tornaconto più immediato.
D – Per molti marchigiani il Natale 2008 sarà meno consumistico, anche per la crisi occupazionale…
R – La perdita del lavoro è un dramma per tutti coloro che ne sono colpiti, per le loro famiglie e anche per la società intera. Che ci sia meno corsa alle spese non sarebbe un grave danno, se questo volesse dire soltanto un fare a meno del superfluo. In questo senso, potrebbe essere una occasione buona, anche se forzata, per riscoprire una dimensione di semplicità e sobrietà che abbiamo perso. Ben più triste però è la situazione di chi deve fare a meno anche del necessario. E come sempre, nei momenti di crisi quelli che soffrono sono sempre e soltanto i più poveri.
D – Un Natale che forse rappresenta il tempo giusto per scuotere le coscienze dei politici, impreparati a gestire la questione morale e dei fedeli che si interrogano sulla questione etico-scientifica della fine della vita. La vicenda di Eluana (Englaro) impone una profonda riflessione
R – Mi sembra che i nostri politici non solo siano impreparati ad affrontare le questioni morali, ma manchino anche di una precisa volontà in questo senso. I politici hanno una grande propensione a parlare di tutto, specialmente di cose di cui capiscono ben poco. Sarebbe preferibile che i grandi temi, come i temi della vita e della morte, fossero affrontati in una prospettiva di competenza, e non di equilibri di partito.
D – Un Natale di guerre, quali sono le condizioni per la pace nel mondo, secondo lei che ha viaggiato e vissuto in molti Paesi?
R – Le cause dei conflitti sono tante. Una delle principali, e delle più gravi, è l’atteggiamento colonialista che hanno i paesi ricchi e progrediti verso quelli più poveri. La pretesa di esportare, e, peggio ancora, di imporre, i nostri modelli politici ed economici provoca disagi e squilibri che hanno evidenti risultati negativi nel mondo intero.
D – Eccellenza, lei da molta importanza al dialogo. Che cosa è cambiato nel suo rapporto con la città di Loreto dal suo arrivo ad oggi?
R – Sento il rapporto con Loreto e con i loretani in una dimensione di sincerità e spontaneità: fin dall’inizio mi sono sentito ben accolto, e questa relazione di apertura reciproca mi sembra rafforzata, dopo un anno di permanenza qui. In sintesi, vorrei dire che mi trovo bene a Loreto e sono contento di esserci.
D – Quali solo le criticità da superare nel 2009 ed i punti di forza per Loreto? (un accenno alla vicenda dell’ospedale?)
R – La questione dell’ospedale è stata molto dibattuta, e lo è ancora. Non posso fare altro che ripetere quello che ho già detto: insistere sull’urgenza che Loreto, come comunità locale e come meta importantissima di pellegrinaggi, abbia una struttura adeguata per garantire la salute degli abitanti della città e dei milioni di pellegrini, molti dei quali malati, che vi confluiscono da tante parti d’Italia e del mondo. Quali debbano e possano essere le caratteristiche di questa struttura è un problema tecnico, che lascio ai competenti.
D – Quale invito rivolge alla diocesi per il nuovo anno pastorale? Che cosa devono aspettarsi dal 2009 i lauretani ed i marchigiani
D – Più che aspettare qualcosa dal 2009, noi tutti dovremmo usare l’anno che viene per darci da fare e costruire qualcosa. Per i fedeli loretani, il programma è delineato dalla coincidenza dell’anno paolino con il primo anno di preparazione al Congresso Eucaristico Nazionale del 2011 ad Ancona: capire e vivere meglio l’Eucaristia, ascoltando il messaggio di San Paolo.