Ogni domenica, alla Messa che si celebrava nella Cappella della Nunziatura, intervenivano alcune persone, provenienti dai quartieri vicini o appartenenti al Corpo Diplomatico. Una delle prime volte in cui celebrai, dopo il mio arrivo a Nairobi, era presente l’Incaricato d’Affari del Venezuela, amico di Edgar, il Segretario della Nunziatura, che è appunto di origine venezuelana.
Il Vangelo del giorno riportava la frase di Gesù: “Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto” (Lc 21,18). Nell’omelia, pensando di essere divertente, dissi che certamente il compito del Signore sarebbe stato più facile per alcuni, piuttosto che per altri. L’allusione era, naturalmente, per quelli che di capelli ne hanno ormai pochi.
Subito dopo averlo detto mi resi conto di un dettaglio non trascurabile: l’Incaricato d’Affari aveva pochissimi capelli e, in quel momento, era diventato rosso come un pomodoro. Non provai neppure ad aggiustare la situazione: avrei potuto soltanto far peggio. Non lo ricordai allora, ma mi viene in mente ora un detto ben conosciuto, che in dialetto fanese suona così: “El tacón è pèğ del bug – La toppa è peggio del buco”.
Il diplomatico non se la prese più di tanto, o per lo meno non lo fece vedere, e continuò a venire alla nostra Messa. Ma certamente la mia prima prova come raffinato diplomatico non era stata molto incoraggiante.