Il 7 luglio 1966, prima ancora di cominciare il mio servizio a Larino, ebbi la grande soddisfazione di celebrare il matrimonio di mio fratello Francesco. Aveva conosciuto Mariuccia Zuccarelli a Milano, dove anche lei frequentava gli studi presso l’Università Cattolica. A suo tempo si erano fidanzati e ora era giunto il momento delle nozze.
Lei era di Cervara, un paesetto inerpicato sulle montagne dell’Alta Lunigiana, sopra Pontremoli. Dato che la chiesetta parrocchiale era servita poco tempo prima per la celebrazione dei funerali della madre di Mariuccia, era sembrato preferibile che la celebrazione fosse fatta nel Santuario della Madonna della Guardia, nel Passo della Cisa. Per tutti noi, pesava l’assenza di Paolo, che era partito per il Brasile nell’ottobre precedente e che non aveva potuto essere presente neppure alla mia ordinazione presbiterale, il 19 marzo di quello stesso anno.
Dopo il matrimonio, Francesco e Mariuccia partirono per il viaggio di nozze, che li portò a Verona, poi a Salò, dove si erano fidanzati, e quindi sulle Dolomiti. Lì ci incontrammo, dato che io ero in Val di Fassa, a Fontanazzo, come assistente di un campeggio di ragazzi della parrocchia del Duomo di Fano. Il 19 luglio, salimmo insieme al Passo Pordoi, dove io celebrai messa con loro nella Cappella Votiva.
Non ricordo se nello stesso giorno o se il giorno dopo, gli sposini vennero a prendermi per una escursione: avevano saputo che in una malga non lontana si poteva mangiare della panna con la cioccolata. Quando arrivammo alla meta, Mariuccia fu attirata da un cartello che pubblicizzava un piatto ben diverso e lo chiese subito al cameriere che era venuto a servirci: polenta e salsicce. Non sembrava la cosa più adatta per quell’ora – erano le 4 del pomeriggio – ma la scelta fu condivisa e dovemmo riconoscere che ne valeva la pena.