Loreto, 17 aprile 2014
Cari fratelli e sorelle, cari amici,
La Chiesa ci chiama oggi a celebrare questa liturgia del tutto eccezionale, riservata solo alle chiese cattedrali e al solo Giovedì Santo. In ogni chiesa parrocchiale, si celebrerà questa sera l’unica Messa per commemorare l’ultima cena di Gesù con i suoi discepoli; mentre solo nelle cattedrali si celebra oggi la Messa Crismale, con la finalità di preparare gli oli santi che serviranno durante l’anno per la celebrazione di alcuni sacramenti: il Battesimo, la Confermazione, l’Unzione degli infermi, l’Ordinazione sacerdotale. Per questo, abbiamo con noi i candidati al sacramento della Cresima, che riceveranno l’unzione proprio con il Crisma che consacreremo tra poco; e abbiamo con noi anche il diacono Fra Giuseppe, che, se Dio vuole, riceverà l’ordinazione presbiterale il prossimo 3 maggio. Sono doni di grazia per i quali dobbiamo essere infinitamente riconoscenti a Dio nostro Padre.
Questa celebrazione è anche un momento privilegiato di comunione tra i sacerdoti, che sono al servizio di questa Chiesa locale, e il loro vescovo, che idealmente li guida nel rinnovare l’impegno del servizio nel ministero che ci è stato affidato da Cristo Signore.
L’avere con noi una rappresentanza dei fedeli che ci sono affidati, e una rappresentanza qualificata, ci incoraggia nel nostro scambio, perché sappiamo che, pur conoscendo i nostri limiti e le nostre debolezze, essi ci vogliono bene, ci guardano con affetto, sono pazienti con noi. Anche se qualche volta anche a loro piace chiacchierare un po’ a ruota libera e mettere in giro voci non sempre simpatiche su di noi, sappiamo che lo fanno senza vera cattiveria. E poi, possiamo confessarlo, noi diamo non poche occasioni per essere criticati … Specialmente il vescovo che, come si sa bene, di limiti ne ha più di tutti gli altri messi insieme.
Al di là delle piccole mormorazioni locali, siamo testimoni di vere e proprie campagne di diffamazione nei confronti di noi sacerdoti. Questo ci umilia ma insieme ci incoraggia a continuare a fare bene e a fare meglio. Anche Papa Francesco lo ha detto: Sbagli e peccati ci sono stati e ci sono, ma la Chiesa è l’unica a fare qualcosa per trovare dei rimedi. Nella maggioranza dei casi, chi si arroga il ruolo di giudice, invece, non fa niente di concreto. Il Papa ha detto quello che, in fondo, sappiamo tutti: “I preti dell’Italia sono bravi. Se l’Italia ancora è tanto forte non è per noi vescovi ma per i parroci”.
Per noi sacerdoti è un motivo di gloria aver visto uno di noi, Don Pino Puglisi, proclamato beato come martire nella lotta contro la criminalità organizzata. Ed è un motivo di gloria sapere che altri sacerdoti sono stati uccisi per la stessa ragione, e che anche ora non sono pochi i sacerdoti costantemente protetti dalle forze dell’ordine, perché la loro incolumità è sempre a rischio, per la loro aperta denuncia di fenomeni delinquenziali come la mafia, la camorra, la ndrangheta, la pedo – pornografia.
Da parte nostra, che viviamo all’ombra della Casa di Maria, la Grazia di Dio ci ha finora protetti da gravi sbagli e da gravi rischi. Ma questo non vuol dire che possiamo riposare sugli allori e immaginare che tutto è già stato fatto e quindi tutto può procedere nello stesso modo.
La nostra angustia costante deve essere quella dell’assenza di vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa, quasi che, in questo luogo così provvidenzialmente privilegiato, il Signore non avesse nessun desiderio di chiamare operai per la sua messe. Nella mia ultima lettera pastorale, ripetendo l’invito di Gesù, ho chiesto a tutti un impegno forte di preghiera per questa intenzione.
Ora rinnovo l’invito e a noi sacerdoti chiedo un impegno sempre maggiore di testimonianza, che mostri, al di là di ogni discorso, quanto grande sia la gioia di servire il Signore nel servizio dei nostri fratelli. Papa Francesco, parlandoci di evangelizzazione nella sua Esortazione Apostolica, ha sottolineato con insistenza la parola “gioia”. “La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù”. E l’idea è ripetuta e arricchita e approfondita per più di 200 pagine! Di questa gioia noi sacerdoti e religiosi dobbiamo essere la manifestazione costante.
Lo so che ci sono circostanze delle quali non possiamo rallegrarci, lo so che ci sono episodi che fanno male e pesano nel cuore, lo so che venire a conoscenza di voci messe in giro per ferirci dispiace e ci rattrista. Ma al di sopra di queste nubi basse e tempestose, il sole splende sempre, bello e generoso.
Noi, come ministri della Grazia, siamo nati oggi, insieme con l’Eucaristia, e la nostra prima missione è quella di donare Cristo attraverso la sua presenza nella Parola e nei Sacramenti. Quale gioia far conoscere insegnamenti che aprono il cuore e rinnovano la mente; quale gioia donare la riconciliazione con Dio a chi se ne è allontanato; quale gioia offrire Gesù vivo e vero ai tanti che sono affamati della presenza di Dio.
Rinnoviamo ora i nostri impegni di ministri del Vangelo. Rinnoviamo la nostra volontà di donazione totale. Rinnoviamo la volontà di mostrare a tutti nostra gioia nel servizio del Regno di Dio. Maria nostra Madre, ancora una volta, ci prende per mano e ci accompagna nel nostro pellegrinaggio di amore.