Ficho

Ogni quotidiano di La Paz aveva una rubrica dedicata alla vita sociale ella città. Nel giornale più diffuso, “La Razón”, ne era responsabile un giornalista estremamente abile e raffinato, Antonio Viaña, che si firmava con lo pseudonimo “Ficho”.

Si presentava sempre elegantemente vestito, proveniva da una famiglia benestante e scriveva le sue cronache più per passione che per necessità di guadagno. Era molto attento ad ogni dettaglio e, nei ricevimenti dei quali era ospite fisso, non prendeva mai appunti: si guardava attorno ed era poi capace di indicare tutti gli ospiti, anche in lunghissimi elenchi, senza mai dimenticarne qualcuno.

Le sue osservazioni erano talvolta critiche e, nei confronti degli abiti delle signore, erano anche feroci. Un solo esempio, dalla cronaca di un ricevimento in Nunziatura: “Non dimentichiamo la signora che, per adeguarsi al momento, portava un cappello come una berretta dei canonici di una volta e la moglie di ambasciatore che apparentemente ha tirato fuori il suo vestito da un baule senza avere il tempo di stirarlo”. Non di rado, alcune dame, offese delle annotazioni di Ficho, gli avevano tolto il saluto e cancellato il suo nome dalla lista degli invitati.

Nei miei confronti, fin dall’inizio Ficho si era mostrato attento e rispettoso. Nell’elenco degli ambasciatori presenti, in qualità di Decano del Corpo Diplomatico, mi metteva sempre per primo e qualche volta aggiungeva dei brevi dettagli, a mezza strada tra il complimento e la presa in giro: “Il Nunzio Apostolico Giovanni Tonucci che arrivò e partì avvolto in un poncho nativo”; “Mons. GT, in una delle sue rarissime apparizioni”; “Mons GT, inaugurando un poncho di vicuña e aggiungendone ancora uno alla sua collezione”;  “il N.A.in elegante e nuova tenuta”; “il N.A. GT con un new look”; “il N. GT con una parola amabile per tutti”; “in una fugace permanenza il N.A. GT”; “l’elegante mantello del N.A. GT  causò invidia in più di uno dei partecipanti”; “il N.A. con una nuova croce pettorale”. Per questo, una volta, salutandolo in un ricevimento, gli dissi: “Non so se hai notato che oggi ho un paio di scarpe nuove!”

Notevoli anche i commenti di Ficho al nostro ricevimento per la Festa del Papa: “Una volta di più possiamo affermare che la pasta e le altre delicatezze servite nella Nunziatura non hanno rivale nella nostra città”; “L’immaginazione dell’anfitrione e le mani benedette delle suore della Nunziatura ci hanno presentato un buffet di cui molti dovrebbero prendere nota”; “Ci ha affascinato il menu di sedici piatti preparati dalle già leggendarie e confermate mani di angelo delle suore che si occupano della Nunziatura”.

Questa buona relazione ha portato anche dei risultati utili per la Nunziatura. Quando si stava rimodellando la struttura interna della Residenza, la madre di Ficho, che avevo conosciuto, offrì una bella statua della Vergine SS.ma, in legno policromo di epoca coloniale, per la cappella. Per la stessa immagine, ricevetti in dono una antica corona d’argento e, grazie alla pubblicità che se ne era fatta nell’ambiente, mi furono offerti anche degli antichi vasetti d’argento per gli Oli Santi. 

Ficho e la madre

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Ficho e la madre