Poco dopo il suo arrivo a Belgrado, il nuovo Nunzio, Monsignor Francesco Colasuonno, mi chiese come mai in Nunziatura non si riceveva il settimanale “La Famiglia Cristiana”. Gli dissi che, per quello che sapevo, non si era mai fatto l’abbonamento e aggiunsi anche che non vedevo nessuna ragione per averlo: la rivista era italiana e noi eravamo in Jugoslavia.
Dato che però il Nunzio insistette molto decisamente, e dato che a comandare era lui, l’abbonamento fu fatto e, a breve distanza, cominciammo a ricevere il settimanale dei Paolini. Fu allora che capii il perché del suo specifico interesse: gli piaceva la pagina “Pubblico e Privato” di Valerio Volpini, che leggeva e poi mi commentava con piacere. Gli spiegai allora la relazione personale che avevo con Valerio, che conoscevo da quando ero bambino e con il quale avevo mantenuto una relazione molto intensa, durante gli anni della sua direzione de “L’Osservatore Romano”.
Questo gli diede l’occasione di ricordare con nostalgia la dignità degli interventi di Volpini sul quotidiano della Santa Sede, a differenza della prosa esageratamente adulatoria degli anni seguenti. Dato che condividevo la stessa opinione, questo episodio aiutò a mantenere tra di noi una qualche intesa, che, altrimenti, ogni tanto sembrava diventare difficile.