A fianco della Cattedrale, uno splendido edificio romanico, sorge la residenza del Vescovo, che è collegata alla chiesa con una scala interna. Dato che risiedevo nell’episcopio, ogni mattina scendevo in Cattedrale per celebrare Messa.
Il Vescovo mi aveva avvertito che avrei potuto prestare un utile servizio come confessore, dato che il parroco di allora non lo faceva e aveva persino scoraggiato i fedeli dal chiedere il sacramento. Il primo giorno, però, nessuno mi chiese di potersi confessare. Lo dissi al Vescovo che mi suggerì di restare in piedi vicino al confessionale, mentre leggevo il breviario: “La gente ha paura di chiedere, ma vedrai che così verranno”.
E fu così: mentre pregavo, vidi che qualcuno di era inginocchiato al confessionale. Una volta cominciato con la prima confessione, uno dopo l’altro i penitenti continuarono a venire. Lo stesso si ripeté ogni giorno.
Nel giro di poco tempo, in città si era diffusa la voce che in Cattedrale c’era un prete che ascoltava le confessioni. La gente veniva anche da altre parti ed alcuni, per non perdere l’occasione, erano persino venuti con il taxi.