Nelle assemblee annuali della Organizzazione degli Stati Americani (OEA), i ministri degli esteri dei diversi paesi si trovavamo a Washington, o nella sede indicata per l’incontro in una delle capitali latino-americane, e presentavano i loro punti di vista in discorsi più o meno interessanti e più o meno lunghi.
Il Nunzio a Washington era Osservatore Permanente della Santa Sede presso l’OEA, ma non ne seguiva quasi mai i lavori, lasciando il compito a me che, in quanto Consigliere, ero stato nominato Osservatore Permanente Aggiunto.
In quella sede, dovetti ascoltare per la prima volta i discorsi dei due ministri boliviano e cileno, che facevano riferimento al problema del mare, che dovetti poi conoscere in dettaglio, quando fui nominato Nunzio in Bolivia.
La vertenza ebbe inizio nel 1879, quando il Cile si impadronì della regione costiera del Pacifico, fino ad allora appartenente alla Bolivia ed anche, in piccola parte, al Perù. In questo modo la Bolivia perse l’accesso al mare, e da allora, con toni e strategie diverse, richiede che il mal tolto le sia restituito.
Ora, nell’incontro del novembre 1988, che si svolse a San Salvador, capitale di El Salvador, l’Ambasciatore del Cile, citò, a suo vantaggio, un’affermazione generica di Pio XII. L’Ambasciatore boliviano ricordò invece due dichiarazioni pontificie, la seconda pronunciata proprio in riferimento al tema da Giovanni Paolo II, nella sua visita in Bolivia del mese di maggio precedente.
Al termine dei due discorsi, l’Ambasciatore di Spagna, che era seduto al mio fianco, facendo riferimento alle citazioni del papa che erano state usate, mi disse: “Questa volta ha vinto la Bolivia: due a uno”.
La mia permanenza a San Salvador, ospite della Nunziatura Apostolica, fu breve e trascorsa quasi esclusivamente all’interno della sede dell’assemblea. Ebbi comunque l’occasione di visitare la tomba dell’Arcivescovo Romero, assassinato otto anni prima, e di avere qualche sensazione delle condizioni di povertà di gran parte della popolazione.