Benedetti Nipoti

Andando in Bolivia, avevo promesso ai miei cinque nipoti, allora tutti agli studi, che, quando si fossero laureati, li avrei ospitati a La Paz, facendomi naturalmente carico di tutte le spese corrispondenti.

            La prima ad accogliere l’invito fu Francesca, che venne in Bolivia dal 25 di giugno al 4 luglio 1993. Riuscii ad assicurarle alcune visite nei luoghi più belli, come la città di Sucre, e ad offrirle una serata di folklore nel ristorante Los Escudos, dove si esibivano gruppi musicali e ballerini tradizionali.

            Ma poi Francesca dovette pagare il prezzo dell’ospitalità, lavorando in cucina nella preparazione della Festa del Papa, che si tenne, come sempre, il 29 giugno.

            Simone invece terminò gli studi nel 1996 e venne in Bolivia il 31 maggio, per trattenersi fino al 9 giugno. In quei giorni, poté seguirmi in alcuni spostamenti, che erano già previsti, per l’approssimarsi della mia partenza dalla Bolivia: a Potosì, a Sucre e al santuario di Copacabana, sul Lago Titicaca. Ricordo che a Potosì, in particolare, gli fu possibile unirsi a me in una interpretazione approssimativa dell ballo tradizionale del Tinku, insieme con i seminaristi: un modo estremo per riscaldarci, in una serata particolarmente fredda, in quell’altitudine e nella stagione autunnale. Solo più tardi fui da lui stesso informato di altri incontri interessanti che aveva avuto, comportandosi anche a La Paz, come già a Washington, come un “gentleman”.

            Per i restanti tre nipoti, Stefano, Cecilia e Chiara, la mia offerta rimase inascoltata. Le loro ragioni sono state diverse, certamente tutte valide. Per me è stato identico il dispiacere per l’occasione perduta, forse più da me che da loro.

Pena Retaurant "Los Escudos" - La Paz

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Pena Retaurant "Los Escudos" - La Paz