Il Cardinale Martino a Nairobi

L’Università Cattolica di Nairobi celebrava il 20° anniversario dalla sua fondazione. Per questo fu invitato il Cardinale Renato Martino, allora presidente del Consiglio per la Giustizia e la Pace. Approfittando dell’occasione, fu stabilito un incontro con la Direttrice Responsabile dell’Agenzia della Nazioni Unite per gli Insediamenti Umani, con sede a Nairobi.

Prima di andare nell’ufficio dell’ONU, accompagnai il Cardinale in un punto della città da cui si aveva una vista molto efficace dell’enorme baraccopoli di Kibera, considerata la più grande e popolata dell’Africa. Ci aspettava lì il parroco di Kibera, un missionario latino-americano, il quale, contrariamente a quanto, per ragioni di tempo e di sicurezza, avevamo deciso, propose di entrare nei vicoli fangosi del quartiere, per raggiungere la chiesa e le opere parrocchiali.

Martino accettò subito. Quando andavo a Kibera, adoperavo sempre degli stivali di gomma, dato che le strade sono sempre fangose e puzzolenti. Ma in quella circostanza, avevamo tutti e due la veste bianca filettata e delle scarpe normali. Con coraggio ci avviammo verso la chiesa e la nostra presenza suscitò molto interesse nella gente della baraccopoli.

La visita fu utile, perché il Cardinale si rendesse conto delle condizioni in cui viveva una grossa porzione di umanità – si parlava allora di 800.000 persone! – e dell’azione pastorale svolta dal sacerdote, validamente coadiuvato da alcune suore.

Di lì, si continuò per la sede delle Nazioni Unite. Nel colloquio con la Direttrice Esecutiva, la tanzaniana Tibayjuka (non sono sicuro che il nome sia scritto correttamente), Martino toccò il tema della baraccopoli e mostrò con fierezza le sue scarpe, abbondantemente infangate, in testimonianza della sua diretta esperienza del luogo.

Le celebrazioni all’Università Cattolica culminarono in una sessione solenne, fatta di tanti discorsi e di qualche numero folkloristico. A dirigere l’intera operazione c’era una signora, appositamente chiamata “maestra di cerimonie”, fasciata in un abito lungo molto aderente, cucito appositamente con una stoffa stampata, decorata con immagini sacre. 

Come ospiti d’onore, eravamo seduti su poltrone poste in evidenza, mentre gli interventi si svolgevano tra noi e il resto dell’assemblea.

Dopo un po’, mentre la maestra di cerimonie faceva uno dei suoi annunci, il Cardinale mi sussurrò: “Hai visto dove ha il Sacro Cuore?” Guardai e dovetti constatare che una grande immagine di Cristo con il Cuore in bella vista era direttamente collocata sopra la natica destra della brava signora.

Inutile dire che noi due siamo stati gli unici a trovare la situazione, se non strana, almeno indiscreta. Ma per tutti gli altri, questo era del tutto normale e anche, senza dubbio, una bella testimonianza di devozione.

Una piccola parte di Kibera