Tra le tante cose che, nel corso degli anni e nei diversi paesi, ho avuto l’occasione di mangiare, un posto speciale lo meritano le termiti, e, senza nessuna riserva, affermo che le termiti africane sono una delizia.
Assistere al volo nuziale delle termiti, che a migliaia volano verso il sole al tramonto, è uno spettacolo emozionante. Purtroppo, però, le grandi finestre illuminate della Nunziatura le ingannavano, e, invece di andare incontro al sole, si trovavano intrappolate nello spazio di una stanza, qualunque essa fosse. In questa situazione era facile averne tante a disposizione e, una volta fatta la prova, non facevo mai a meno di mangiarle: abbrustolite appena in padella, potevano essere mangiate così come erano oppure spalmate sopra una tartina di pane con un po’ di burro.
Un giorno – non ricordo la data – alcuni Vescovi americani, membri della Commissione di Giustizia e Pace della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti, venuti a Nairobi per svolgere una missione nel Sud Sudan, furono ospitati in Nunziatura.
Uno di loro non poté andare con gli altri nelle zone della loro esplorazione, perché leggermente indisposto. Scendendo per la cena, passai in cucina e vidi le termiti già pronte. Dissi allora alle suore che avrei voluto che ne lasciassero un po’ anche per la nostra tavola. Il che fu fatto, anche perché le brave suore l’avevano già previsto
Il Vescovo guardò incuriosito la tazza che le conteneva, e si mostrò piuttosto inorridito al sapere che erano formiche e che si potevano mangiare e che di fatto, insieme con il mio segretario, le stavo mangiando.
Gli dissi: “Sono buone, ma forse è meglio per te non mangiarne, perché, dato che stai qui solo pochi giorni, sarebbe preferibile non prendere rischi”. Poi aggiunsi, con un colpo che giudicai sfacciatamente da maestro: “Certo, però, che se, tornando in diocesi, potessi raccontare alla tua gente di aver mangiato le termiti, l’effetto sarebbe straordinario”. E di fatto ci provò e l’esperienza non gli dispiacque.
Parecchi anni dopo, a New York, a pranzo in casa dell’arcivescovo Dolan, lo stesso Vescovo era seduto di fronte a me, e mi chiedevo dove e come l’avessi conosciuto. Mi presentai, per scoprire chi fosse, e capii subito che lui mi conosceva bene: “Io sono il Vescovo … – e mi disse il suo nome e la sua sede – quello a cui tu hai fatto mangiare le formiche!”
Il ricordo tornò subito. Non c’era dubbio che l’effetto che avevo previsto c’era stato.
Aggiungo un dettaglio: la regina delle termiti, che vive in profondità nel loro formicaio, ha dimensioni notevoli ed è considerata un boccone speciale. Dalla ciabatta infradito potete vederne le dimensioni. Ma devo riconoscere che questa non ho provato a mangiarla