Nel corso della visita al Vicariato del Beni, l’8 marzo 1994, insieme con Monsignor Julio Elias, arrivai a San Ignacio de Moxos. Questo villaggio era una antica Reducción gesuitica, l’unica nella quale i gesuiti erano recentemente tornati, per farsi carico della sua conduzione pastorale.
Una volta terminata la celebrazione della Santa Messa, che era stata ritardata per il grande numero dei fedeli che avevano voluto salutarmi personalmente, potei entrare nella camera che mi era stata riservata. Mentre sistemavo le mie cose, prima di recarmi a cenare con gli altri, notai che in un angolo del soffitto c’era uno spazio in cui l’intonaco era caduto e proprio lì era appeso un grosso pipistrello.
Durante la cena, lo feci notare al Padre superiore, il quale mi tranquillizzò dicendomi che, coprendo il letto con la zanzariera, avrei potuto dormire tranquillo, senza che il pipistrello potesse infastidirmi. Fui grato per il suggerimento, al quale, sinceramente, non avevo pensato.
Terminata la cena mi ritirai di nuovo in camera, e lì potei notare che il suggerimento del Padre si scontrava con un piccolo ostacolo, provocato dal fatto che la zanzariera non c’era.
Provai comunque a mettermi a letto e, una volta spenta la luce, sentii che il pipistrello aveva cominciato a svolazzare per la camera. Il battito pesante delle sue ali poteva essere sentito molto chiaramente. Non so se fossero voli di esplorazione o di minaccia. Di fatto, lo sentii spesso abbastanza vicino a me. Ma ero troppo stanco per stare a preoccuparmene. Di lì a poco mi addormentai, con buona pace del pipistrello e delle sue evoluzioni aeree.