Quando da Londra fui trasferito a Roma, per lavorare in Segreteria di Stato, pensai utile munirmi di un motorino, per i trasferimenti: rapido ed economico. Ne comprai uno di seconda mano, ed era un Benelli 50. Niente di straordinario ma molto utile.
Come ho spiegato, la mia prima sistemazione fu in un appartamentino al piano terra in via Rodi, una traversa di via della Giuliana, nel rione Prati. Mi si pose subito il problema di dove parcheggiare il motorino. Poco lontano c’era un parcheggio sotterraneo, per il quale pagavo un abbonamento mensile. Ma dopo le 23:00, il parcheggio era chiuso: il guardiano avrebbe aperto per un’auto, ma non per un motorino. Quindi, nelle frequenti occasioni in cui facevo tardi con le riunioni degli scout in parrocchia, ero costretto a lasciare il motorino fuori, con il forte rischio che qualcuno lo portasse via.
In quelle settimane mi venne a trovare un antico ragazzo della Colonia Santa Cecilia di Marotta, ormai un giovanotto. Parlando della mia sistemazione, gli dissi anche del fatto del motorino e della mia preoccupazione.
La risposta fu chiarissima: “Non ti preoccupare: qui li conosco tutti. Ci parlo io e il motorino non te lo toccherà nessuno”. Rimasi in via Rodi poco più di un anno e la protezione promessa si rivelò efficace: tante volte il Benelli rimase in strada, ma non fu mai portato via