All’arrivo del Nunzio Jadot, la Nunziatura non aveva a disposizione un cuoco. Le signorine, Auxiliaires de l’Apostolat, dovevano garantire anche questo servizio, oltre che pensare alla segreteria e alla gestione intera della residenza.
Parlando di questo con l’Ambasciatore Olandese, Jadot ricevette un suggerimento utile: proprio in quell’Ambasciata avevano avuto un ottimo cuoco, incapace però di presentare il cibo con l’eleganza necessaria negli eventi importanti di una missione diplomatica. Questo aspetto poteva essere assicurato per noi dalle signorine, e quindi il candidato suggerito, Simplice, fu accolto e si rivelò una persona di assoluto talento.
Non solo sapeva cucinare bene i piatti locali, che progettava insieme con il Nunzio, che, esperto di cultura africana, gli suggeriva ricette da lui conosciute nel Congo Belga. La sua capacità di imparare i segreti delle diverse cucine era impressionante. Tanto per restare su piatti italiani, la sua pasta al ragù e i suoi minestroni di verdure erano davvero squisiti.
La fedeltà di Simplice era commovente. Non accettava di restare a casa sua neppure nel giorno di Natale e insisteva per venire almeno per qualche ora, per impostare il pranzo. Quando poi era necessario andare a fare acquisti al mercato locale, si faceva indicare bene quello che era necessario e poi andava da solo: “Se vedono voi bianche, aumenteranno certamente il prezzo”.
In questo modo, potevamo avere della carne di cacciagione, che Simplice selezionava con molta attenzione e che cuoceva poi alla brace, insaporendola sapientemente con una mescolanza di aromi che lui stesso preparava. I nostri ospiti si stupivano per la possibilità di mangiare piatti per loro sconosciuti, in quanto, per le loro compere, le Ambasciate si rivolgevano esclusivamente al grande supermercato “Printania”, che vendeva prodotti provenienti direttamente dalla Francia.