Nel mese di giugno 1970, grazie allo stipendio ottenuto per il tirocinio svolto in Segreteria di Stato, riuscii a tornare a Londra, per dare una rinfrescatina all’inglese che avevo imparato nei due mesi lì trascorsi nell’anno precedente.
Come ho già detto, invece di frequentare qualche corso scolastico, approfittai della gentilezza di Miss Plummer e la visitai ogni pomeriggio, per una conversazione prolungata, durante la quale lei mi correggeva continuamente e mi aiutava a sentirmi sicuro nelle poche cose che sapevo.
Miss Plummer aveva un fratello sacerdote, P. Cyril, parroco a Uckfield, in diocesi di Arundel e Brighton. Fui invitato a visitare la parrocchia, e mi fermai lì un giorno e mezzo. P. Cyril aveva costruito la chiesa e, anticipando le disposizioni del Concilio Vaticano II, aveva organizzato lo spazio del presbiterio secondo le esigenze di una liturgia correttamente celebrata.
Durante la visita, dovetti celebrare messa da solo, nella cappella delle suore, con la partecipazione di un gruppetto di alunne della scuola, rigorosamente in divisa. Ricordo una faticosa lettura del vangelo, certamente troppo difficile per me, ma notai che nessuna delle ragazze manifestò qualche atteggiamento di compatimento o di ironia nei miei confronti. Probabilmente erano state preavvisate in anticipo di quello che le aspettava.
Dopo aver pranzato nella casa parrocchiale, P. Cyril mi invitò a sedermi in poltrona di fronte a lui, vicino al caminetto. Mentre bevevamo l’inevitabile tazza di tè, mi ricordò che noi italiani siamo abituati a fare la siesta, mentre loro, in Inghilterra non hanno questo uso. Essendo da sempre devoto alla siesta, dovetti convenire con la sua affermazione. Dopo di un po’, chiuse gli occhi e cominciò a dormire, mentre io restavo lì seduto, a guardarlo, senza sapere cosa fare.
Passata una mezzoretta, aprì gli occhi, sorrise e riprese la conversazione. Quindi quella dormitina pomeridiana non era una siesta! Forse la chiamano diversamente, ma a me sembra che la sostanza sia esattamente la stessa.
Siesta a non siesta, P. Plummer ebbe l’occasione di conoscere anche altri studenti dell’Accademia, aiutati nello studio dell’inglese da sua sorella. L’anno seguente venne a Roma e ci visitò in Accademia. Da parte mia, ripresi contatto con lui quando, nel 1974, tornai a Londra, ma questa volta non per studio ma per lavoro.