Pranzo con Agatha Christie

Non avevo letto molti romanzi di Agatha Christie, ma il nome lo conoscevo bene. Mi ha quindi fatto piacere sapere che il Delegato Apostolico a Londra, Monsignor Bruno Heim, ne era invece un appassionato lettore e usava queste letture per migliorare, con un metodo rigoroso, il suo inglese. Era infatti capace di consultare il dizionario ogni volta che, leggendo, trovava una parola che non conosceva o di cui non comprendeva bene il significato.

Visto il modo in cui la famosa scrittrice di gialli descriveva i suoi personaggi ecclesiastici – sempre con una certa simpatia e mai con ostilità – il Delegato si era convinto che la buona Agatha fosse cattolica o, almeno, molto religiosa. Di qui il progetto di invitarla per un pranzo in Delegazione Apostolica. Per fortuna mia, questo tipo di iniziative era gestito attraverso un giovane collaboratore di Mons. Heim, Dennis Pherson, il quale ci si dedicava con passione. Oltre a non essere capace di fare cose del genere, dopo gli anni passati in Camerun mi sarei sentito poco a mio agio nell’organizzare incontri che mi sembravano di interesse troppo mondano.

I contatti furono fatti e l’invito fu accettato. La sera precedente all’evento, la piccola compagnia degli amici del Delegato – Madame Ruth de Wohl, il Colonnello Culverhouse e Dennis – andarono insieme a vedere l’esecuzione teatrale di “The Mousetrap”, la commedia gialla scritta da Agatha Christie nel 1952 e rappresentata allora a Londra da oltre 20 anni senza interruzione. Il suo successo continua anche oggi. Non fui informato dell’iniziativa né tanto meno invitato a prendervi parte.

Il 5 giugno 1974, Agatha Christie venne con il marito, l’archeologo Max Mallowan, in una vecchia Mini Minor, che fu parcheggiata accanto all’imponente Rolls Royce del Colonnello. Faceva impressione confrontare le due auto, così sproporzionate all’importanza dei rispettivi proprietari. Il pranzo – preparato dallo stesso Heim, che si dilettava di cucina con ottimi risultati – si svolse piacevolmente, con la scrittrice, famosa in tutto il mondo, che si comportava con una semplicità disarmante, da simpatica vecchietta.

Parlando di “The Mousetrap”, raccontò che, quando aveva scritto il testo, ne aveva intestato i diritti d’autore ad un suo nipotino, appena nato. Non avrebbe mai immaginato che lo spettacolo potesse avere un successo simile, perché considerava la sua opera una commediola di poco spessore. Di fatto, però, quando suo nipote raggiunse la maggiore età, trovò a sua disposizione una somma ragguardevole. Agatha Christie ci disse che la gioia più grande l’aveva avuta quando il ragazzo, invece di intascare l’ingente quantità di denaro, volle che tutto fosse devoluto a un’opera di beneficienza.

Agatha Christie in Delegazione