Nella cucina dell’episcopio, avevamo a disposizione una piastra a tenaglia, di quelle che servono per fare delle cialde dolci, tipiche del Molise. Proposi alle suore di provare a fare le ostie per la celebrazione eucaristica, che avessero l’aspetto e il gusto del vero pane, più di quelle, insipide e quasi trasparenti, fornite nelle sagrestie di tutto il mondo.
Ci vollero diversi tentativi, per arrivare alla consistenza necessaria e al tempo esatto di cottura, ma alla fine il risultato desiderato fu raggiunto: spesse al punto giusto, croccanti e decisamente pane. Scendendo ogni mattina per la celebrazione in cattedrale, ho cominciato a portare con me il mio pacchetto di ostie personalizzate.
Il Canonico Bacchiocchi, che le aveva sperimentate una volta, le trovò molto gradevoli e, da allora, quando ci trovavamo in sagrestia nello stesso orario, mi chiedeva: “Hai con te le tue ostie? Allora concelebro con te!”.