31 dicembre 2009
Con una emozione particolare ascoltiamo queste parole di San Paolo, proprio qui, nel santuario dell’Incarnazione del Figlio di Dio. Proprio qui è avvenuto quel misterioso incontro tra la volontà del Padre che manda; la volontà del Figlio che dice: “Ecco, io vengo a fare, o Padre, la tua volontà”; e infine la volontà di Maria, che si definisce “la serva del Signore” ed è pronta a compiere quello che la Parola di Dio le ha annunciato. Dall’incontro di queste volontà ha avuto origine il miracolo dell’incarnazione, il fatto che ha cambiato la storia del mondo e, soprattutto, ha cambiato il destino di ogni persona che vive nel mondo.
Questo è avvenuto “nella pienezza del tempo”, quando il lungo lavoro di preparazione dell’umanità ha finalmente trovato il suo sbocco nel cuore di alcune persone, aperte al progetto di amore di Dio. Poche persone, in verità: quel “piccolo resto”, di cui avevano parlato i profeti, piccolo ma sufficiente perché Gesù potesse nascere e fosse ricevuto e protetto, come ogni bambino appena nato, debole e indifeso, dipendente in tutto dall’assistenza dei suoi genitori. In questi giorni di Natale li vediamo, questi “pochi”, attorno alla mangiatoia di Gesù: Maria e Giuseppe, Elisabetta e Zaccaria, Simeone ed Anna, i pastori, i magi dall’oriente. Sono davvero pochi, ma sono sufficienti per dare inizio al grande progetto che è cominciato allora e che continua ancora oggi e durerà fino alla fine del mondo.
Un progetto – è bello ricordarlo – del quale siamo parte anche noi. La “pienezza del tempo”, di cui parla San Paolo, è anche ora, anche oggi, questo oggi nel quale spendiamo del tempo in adorazione davanti al Signore nell’Eucaristia. Questa ora, che trascorriamo in preghiera, appartiene anch’essa a quel progetto, è anch’essa un momento che fa crescere la presenza di Dio tra di noi, dentro di noi, ed offre a tanti la possibilità di aprire il cuore a Dio Padre, per ricevere da lui l’adozione a figli.
Di qui a qualche ora strapperemo l’ultimo foglio del calendario e chiuderemo l’anno. Il 2009 se ne va, e porta con sé tutto il bene e il male che abbiamo vissuto, provocato o subito. Si apre un anno nuovo, che, come sempre, ci auguriamo che sia felice, prospero, fortunato, allegro … e tante altre belle cose che è facile dire ma difficile fare. Impegniamoci a fare la nostra parte, per contribuire a far sì che l’anno che inizia sia migliore: dipende da noi, dipende da me. Quello che possiamo fare non sarà tutto e non potrà risolvere tutto, ma il mio contributo è importante, perché solo io lo posso dare, e, se io mi sottraggo, nessuno prenderà il mio posto.
Nella pienezza dei tempi, il Figlio di Dio ha trovato quel piccolo gruppo di persone buone, che lo hanno accolto e lo hanno offerto al mondo. Nella pienezza del nostro tempo, in questo oggi nel quale viviamo, siamo noi chiamati ad essere il “piccolo resto” che accoglie il Signore e lo offre agli altri, affinché tutti possano ricevere la salvezza, con l’adozione a figli di Dio