24 maggio 2015
Cari Fratelli e Sorelle, cari amici,
Il racconto degli Atti degli Apostoli ci fa sentire la bellezza del progetto di Dio, che manda il suo Spirito, Terza Persona della Trinità Santissima, per trasformare il mondo in un luogo in cui tutti possono capirsi e condividere la grande verità di un Dio Padre che ci ama e ci dona suo Figlio per la nostra salvezza. Il miracolo di Pentecoste è la proclamazione più efficace dell’unità del genere umano, chiamato a capire lo stesso linguaggio e a condividere gli stessi ideali di amore, giustizia e solidarietà. A Gerusalemme, abbiamo la risposta positiva di Dio al dramma negativo di Babele: dalla divisione all’unità, dall’impossibilità di capirsi a un linguaggio universale, dall’egoismo prepotente alla generosità della donazione.
Nel Vangelo, Gesù invoca lo Spirito e ne ricorda la missione, che è quella di dare testimonianza della verità. Una verità intera, senza distinzioni e aggiustamenti: la verità di cui si ha paura e che si cerca di nascondere in ogni modo, attraverso i giochi del linguaggio che trasformano le menzogne in opinioni obbligatorie.
Non dobbiamo pensare che oggi ci siano più persone bugiarde di quante ce ne fossero in passato. Il fatto molto semplice è che, quando una bugia veniva detta da una persona ad un’altra persona, restava una bugia. Oggi, basta che questa stessa bugia sia diffusa attraverso i mezzi di comunicazione perché diventi una verità sacrosanta: “Ma c’era scritto sul giornale! L’ha detto la televisione!” Papa Francesco parla di colonizzazione ideologica, ed è quello che sta accadendo. Una volta le nazioni ricche e potenti invadevano militarmente quelle meno forti. Ora si impongono le ideologie, non più con le armi ma con il ricatto del denaro offerto o negato.
Abbiamo bisogno di accogliere la verità, quella che lo Spirito ci offre, quella che Gesù ci ha portato e che dobbiamo capire pian piano, nel cammino della nostra vita e nella scoperta della bellezza dell’annuncio del Vangelo. Dobbiamo riscoprire i grandi valori della vita, che va sempre accolta e protetta; i grandi valori di una vita onesta, che va sempre mantenuta, anche se per essere onesti dovremo rinunciare a diventare ricchi e famosi.
La verità di Dio deve aprirci gli occhi di fronte alle tante manipolazioni dell’informazione e del linguaggio. Siamo inorriditi di fronte alla violenza spietata dei criminali dell’Isis, che bestemmiano il nome di Dio, trasformandolo in un Dio sanguinario e vendicativo. Ma guardate a come si fanno andare le cose: con un gesto esecrabile, a Parigi sono stati uccisi sei giornalisti, perché si è detto che offendevano l’Islam, e il mondo intero si è mosso, capi di stato si sono dati appuntamento e hanno mostrato al mondo intero il loro sdegno. Poi sono stati uccisi 150 studenti universitari a Garissa, in Kenya, perché erano cristiani, e non si è mosso nessuno. Nessun importante uomo di stato è andato a Garissa a far sapere che era sdegnato per questo gesto. Perché? Perché i morti erano africani? O perché erano cristiani? Quale ipocrisia assurda!
La verità di Dio deve aprirci gli occhi di fronte alle tante manipolazioni dell’informazione e del linguaggio. I rozzi tentativi genetici che i medici pazzi di Hitler facevano nei campi di sterminio erano crimini contro l’umanità; quello che oggi si fa nelle cliniche specializzate, per selezionare persone fatte come si vuole, e scartare gli eventuali sbagli di natura, ebbene, questi esperimenti sono diventati progresso scientifico. Il commercio degli schiavi è stato abolito due secoli fa; ma le schiave il cui seno viene affittato per dare figli ad altri, diventano persone gentili che aiutano chi non può fare da sé quello che desidererebbe. Naturalmente, è una gentilezza pagata a caro prezzo; un prezzo accolto da chi è troppo povero per potersi permettere di muovere obiezioni allo schiavista di oggi, ricco e arrogante come quello di ieri.
La verità di Dio deve aprirci gli occhi di fronte alle manipolazioni che si cercano di introdurre a scapito dei nostri figli, anche nella scuola, per eliminare i concetti di paternità e maternità, per rendere ambigua l’identità della persona, per distruggere, in definitiva, la famiglia, quale è definita dalla natura umana, dalla volontà di Dio ed anche dalla nostra Costituzione. L’immagine che si vuole trasmettere è quella di genitori incapaci di educare i propri figli e quindi nella necessità di essere sostituiti da ideologi che libereranno i nostri bambini e ragazzi dalle paure, fobie e superstizioni che padri e madri hanno loro imposto.
La verità di Dio deve aprirci gli occhi di fronte alle manipolazioni che si introducono anche nel tessuto della nostra fede cristiana, nel desiderio di nascondere quello la Chiesa insegna. Papa Francesco, con sapienza e con un linguaggio efficace e chiarissimo, ci insegna la verità di sempre. E dato che dà fastidio che in tanti lo seguano e lo trovino attraente, ecco che lo si vuole trasformare in una specie di buontempone che parla di misericordia come se fosse un’amnistia generale: niente più peccato, facciamo finta di niente, il Papa è buono. Invece i preti e i vescovi sono cattivi. E invece, la misericordia che Papa Francesco evoca, è la misericordia del Padre che ci accoglie, ci abbraccia e ci dice: “Ora, non peccare più”. La misericordia di Dio non è un far finta che niente sia successo, per continuare a restare nel male; è invece il dono di una vita nuova, vissuta nell’amore vero e nella comprensione del progetto di salvezza che Cristo ha conquistato per noi con la sua morte e risurrezione.
Cari Fratelli e Sorelle, cari amici,
Non c’è dubbio: lo Spirito Santo, di cui ricordiamo l’effusione nella Chiesa, ha una grande missione da compiere, e noi con lui. Siamo noi i portatori dello Spirito, i missionari della misericordia chiamati a completare l’opera della salvezza. In questo santuario, luogo in cui l’azione dello Spirito ha dato inizio alla nuova e definitiva fase della storia della salvezza, per l’intercessione di Maria, ancella umile e fedele, chiediamo a Dio di saper ascoltare e vivere il messaggio dello Spirito Santo, quello che la Chiesa proclama da sempre e continuerà a proclamare in ogni tempo e in ogni luogo.