Solennità dell’Assunzione di Maria Ss.ma in cielo

Loreto, Basilica, 15 agosto 2013

         In occasione di questa solennità, la Chiesa propone ancora alla nostra meditazione il canto di Maria, il “Magnificat”, inno di lode a Dio che sgorga dal cuore della Vergine Santa, quando Elisabetta riconosce per ispirazione divina che sua cugina è diventata Madre del Signore.

         È bello che sia così, perché ci piace riflettere sulla grandezza di Dio, attraverso le parole di Sua Madre, proprio quando celebriamo la festa che ci ricorda il nostro destino eterno: siamo destinati al cielo, siamo chiamati alla gloria di Dio e, come Maria, vi entreremo alla fine dei tempi nella pienezza della nostra natura umana, come persone dotate, certo, di un’anima ma anche di un corpo, creato da Dio per essere per noi strumento non di perdizione ma di salvezza.

         Oggi, però, in questi giorni così difficili per il mondo intero, devo rispondere allo stimolo che ci è dato da alcune parole di Maria, per riflettere sulla loro forza di sconvolgente attualità, di ispirazione già evangelica e di sfida per capire il nostro ruolo nella società.

         Maria loda Dio, che riconosce come suo salvatore, e ricorda la grande missione che le è stata affidata, per cui “tutte le generazioni la chiameranno beata”. Ora la Vergine Santa cambia tono, e assume nelle sue espressioni il vigore di una denuncia profetica, che potrebbe stupirci e farci pensare ad uno sbaglio dell’evangelista. Noi siamo abituati a pensare Maria come una donna piena di dolcezza, il che è vero. Dobbiamo però abituarci a vedere in lei anche la donna forte, coraggiosa, che sa prendere decisioni e portarle a termine, che sa annunciare con chiarezza i punti fondamentali della rivoluzione d’amore che più tardi sarà iniziata da suo Figlio.

         Ed ecco quello che Maria dice: “Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote”.

         Se prendiamo sul serio queste parole – e dobbiamo prenderle sul serio! – a qualcuno potrebbe venire in mente di giudicare la Madonna un po’ troppo audace, quasi estremista! E invece, quanto realismo nel suo annuncio, che è prima di tutto un’analisi serena di quello che accade, e poi un avvertimento severo per quello che accadrà.

Pensiamo per un momento ai grandi miti del secolo scorso, quello di cui siamo stati in buona parte testimoni. Pensate a chi voleva dare inizio a un reich millenario, basato su una folle ideologia razzista: che fine miserevole, con milioni di vittime sulla coscienza e morte e distruzione dappertutto; pensate a chi voleva dare inizio a un nuovo impero romano, fondato su milioni di baionette e travolto nel ridicolo di parate di cartapesta e di una guerra disastrosa e inutile; pensate alle nazioni intere cancellate dalla carta geografica, per l’ideologia del soviet, una comunità universale basata sulla negazione di ogni diritto e mantenuta in piedi con la violenza e la distruzione della personalità. E potrei continuare con altri esempi, ma non è necessario: “Ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni”. Sì, proprio quei potenti che si erano costruiti troni monumentali e ora sono ricordati con disprezzo e con infinito rammarico.

Ma non basta considerare quello che è già avvenuto: dobbiamo capire che lo stesso accadrà a quelli che vogliono soltanto pensare alla propria gloria, dimenticando il bene comune; a quelli che sono occupati a erigersi monumenti, senza curarsi della povertà e dell’ingiustizia che continuano a fare vittime dappertutto; a quelli che sognano di essere ricordati dalla storia, senza chiedersi come la storia futura si ricorderà di loro. “Ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni”.

E, ancora una volta, non basta ascoltare queste parole di Maria, applicandole solo ad altri: ai superbi, ai potenti, ai ricchi … in definitiva, non a noi. Dobbiamo invece pensare che il messaggio vale anche per noi, vale per me, perché la Parola di Dio è stata oggi annunciata per me. Il Signore vuole che io faccia mie queste parole, che io senta l’impegno di queste profezie. Senza rimandare la responsabilità ad altri – e alla fine non si sa bene a chi – devo capire che sono io quello che deve preparare il terreno perché gli umili siano innalzati; perché gli affamati siano ricolmati di beni. Prima che il giudizio di Dio colpisca gli indegni, come sarebbe bello se il giudizio umano si esprimesse in maniera forte e chiara. Pensate un po’ come sarebbe stato diverso il mondo se i popoli sottoposti alle grandi dittature del secolo XX si fossero ribellati, avessero alzato la testa in tempo per evitare i massacri, le distruzioni e le devastazioni della seconda guerra mondiale! Quale mondo diverso sarebbe stato, e quale occasione è stata perduta per tutta l’umanità!

La festa che celebriamo oggi deve farci ricordare la nostra dignità, che non possiamo delegare a nessuno: sono io che mi presenterò davanti a Dio per essere giudicato, e nessun altro al posto mio. Sono io che, seguendo il cammino aperto da Cristo risorto, e percorso poi da Maria Santissima, sarò innalzato in corpo e anima, persona intera, per vivere in eterno con Dio. Sono io che ho la responsabilità di comunicare a tutti il grande messaggio del vangelo, la notizia di un Dio che ci ama e che ci vuole felici. I superbi, i potenti, i ricchi, non sono diversi da ciascuno di noi. Casomai hanno una responsabilità maggiore, e, se non si convertono, dovranno risponderne davanti al trono di Dio.

Maria Santissima, nella festa della sua assunzione in cielo, ci ricorda il nostro dovere di essere, come lei, parte attiva nella costruzione del Regno di Dio. Non basta lamentarsi di fronte alle cose che vanno male: bisogna diventare interpreti della storia, esercitando il nostro dovere di persone presenti in un territorio nazionale, nel quale abbiamo anche noi qualcosa da dire e da chiedere. Onestà, sincerità, moralità, fedeltà, sobrietà … sono tutte parole che possono suonare strane e forestiere nel panorama pubblico di oggi. Ma sono le parole giuste che dobbiamo chiedere, a chi riveste ruoli pubblici, di pronunciare e di vivere. E sta a noi esigere l’osservanza di tutto questo, pena l’eliminazione dai ruoli di responsabilità di quelli, e sono tanti e troppi, che ne sono del tutto inadeguati.

Chiediamo alla Vergine Santa di aiutarci a seguire il suo esempio di sincerità, chiarezza e determinazione, per essere oggi portatori nel mondo della parola di giustizia di Dio di cui lei stessa, la Madre del Signore, si è fatta annunciatrice.