Loreto, 8 settembre 2012
Cari fratelli e sorelle, cari amici,
la celebrazione della solennità della nascita di Maria ci pone ogni volta di fronte al testo con cui San Matteo comincia il suo Vangelo: la lista delle generazioni degli antenati di Gesù, posta lì per farci capire che il Salvatore è entrato totalmente nella nostra storia umana ed è quindi pienamente uno di noi.
I tanti nomi che abbiamo ascoltato sono per lo più sconosciuti, e ci vuole una certa bravura nel pronunciare nomi strani, prima di arrivare alla fine, dove finalmente sentiamo parlare di persone che conosciamo bene e amiamo tanto: Giuseppe, Maria, Gesù chiamato Cristo.
Fermiamoci qualche momento a considerare i personaggi della genealogia. Potremmo notare che, prima del nome di Maria, sono ricordate quattro altre donne: Tamar, Racab, Rut e Betsabea. Gli uomini potrebbero far notare, con un po’ di malizia, che, a parte Rut, le altre tre signore non sono proprio dei modelli di virtù. Ma, per compensare l’offeso orgoglio femminile, basta prima capire che se le tre donne non sono sante, è stato per colpa di uomini, che erano peggio di loro; e poi basta vedere nella lista il numero molto più alto di uomini, tra i quali si contano bugiardi, assassini, adulteri, traditori e imbroglioni di ogni tipo. Tutti quelli che, nell’elenco, seguono il re Davide sono a loro volta re, quindi capi di stato, quindi uomini politici, il che va bene per i diversi uomini politici presenti. Ben pochi di loro sono dei modelli che potremmo indicare come esempi da seguire: alcuni mediocri, alcuni decisamente cattivi, pochissimi buoni. E, per il resto, una serie di persone di cui non sappiamo nulla, che non hanno lasciato nessuna traccia nella storia. Eppure, tutti insieme, formano la successione umana che ha dato origine al Salvatore del mondo.
Nel susseguirsi delle generazioni, possiamo vedere illustrato in maniera reale, ed anche simbolica, il cammino della nostra storia umana. Quale collezione di episodi, uno dopo l’altro e spesso uno a causa dell’altro; quale serie di fatti che rivelano la meschinità di qualcuno, la crudeltà di qualcun altro, ed anche, va detto, la nobiltà di alcuni. Ma non c’è dubbio che se dovessimo paragonare la nostra storia ad un fiume che scorre, dovremmo riconoscere che le acque di questo fiume sono molto ma molto limacciose, sporche e piene di elementi inquinanti.
Per questo, a un certo punto della storia, Dio ha potuto scegliere alcune persone di altra categoria, come per interrompere la corrente di acque sporche e, usando una diga che isola due parti del fiume, ha creato una zona di acque limpide e chiare, acque vive e portatrici di vita. Ecco perché Maria è concepita senza peccato, e quindi senza nessun contatto con il mondo corrotto delle generazioni precedenti; ecco perché Giuseppe è definito uomo giusto, e quindi onesto e osservante della legge di Mosè, ma capace di capire i disegni di Dio e quindi di andare al di là della lettera delle norme, per rispettare il progetto dell’Onnipotente; ecco perché Dio ha scelto di far nascere suo Figlio da una giovane vergine; ecco perché Gesù, fattosi uomo, è in tutto simile a noi meno che nel peccato. Tutte queste libere scelte di Dio indicano la volontà di operare un taglio netto e di iniziare una nuova fase della storia, della quale, ora, anche noi siamo parte.
Quando contempliamo la nascita di Maria e ammiriamo la sua santità, potremmo commettere lo sbaglio di pensare che lei si sia santificata da sola. Anche nel caso di Maria, dobbiamo ricordare che la sua santità è un dono di Dio, e che, se lei è stata preservata da ogni contatto con il peccato, ciò è stato fatto in vista dei meriti della passione di Cristo. Sappiamo che nessuno di noi potrà mai uguagliare la santità di Maria. Sappiamo anche che nessuno di noi potrà mai vantare le stesse qualità che hanno fatto di Giuseppe l’unico uomo capace di vivere a fianco di Maria e di proteggere Gesù, senza sfigurare di fronte alla loro santità e alla loro bellezza.
Ma sappiamo anche che il cammino da percorrere è lo stesso per ciascuno di noi: anch’io sono chiamato ad ascoltare la parola di Dio, ad accogliere la speciale chiamata che il Signore ha per me, a rispondere a quelli che sono gli impegni che, come cristiano, devo vivere nel mio lavoro specifico, qualunque esso sia.
Torniamo per un momento alla lista degli antenati di Gesù. Vorrei proporre a tutti noi l’esempio di una persona molto famosa, che ha lasciato un segno profondo nella storia e il cui nome è ricordato sempre: il re Davide. La Sacra Scrittura ce lo presenta nella completezza della sua personalità: coraggioso e persino spavaldo, sensibile e delicato nei sentimenti, pronto al perdono e insieme vendicativo, capace di atti di eroismo e di generosità e poi di gesti meschini e crudeli. Tutti conosciamo la storia del suo peccato, che, più di un peccato, è di fatto una serie orribile di peccati, tutti consumati per coprire il primo, che tra tutti è proprio il meno grave. Eppure è ricordato come il santo re Davide, e più volte la Bibbia ricorda il suo esempio, dicendo che il suo cuore era stato totalmente dedito a Dio. Ecco il segreto: noi sappiamo di essere peccatori, e la nostra esperienza quotidiana ce lo ricorda. Ma con la stessa insistenza con la quale pecchiamo, possiamo e dobbiamo tornare a pentirci ed a cercare la misericordia di Dio che, Lui, ci santifica con il suo perdono.
Ecco allora che in questa festa della natività di Maria, nell’ascoltare la lista degli antenati di Gesù, dobbiamo capire che quell’elenco continua, come continua la storia della salvezza. E in quella lunga lista c’è anche il mio nome – il nome di ciascuno di noi -, che Dio chiama e dal quale Dio vuole una risposta. Seguiamo l’esempio di Maria, sempre disposta a pronunciare il suo “Si faccia”, “fiat”, “Amen” alla volontà di Dio; seguiamo l’esempio di Giuseppe, che fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore; seguiamo innanzitutto l’esempio di Gesù, che venne per fare la volontà del Padre. Seguendo il loro esempio, mettiamo insieme le nostre forze per costruire una società migliore in cui giustizia, solidarietà, amore non siano soltanto belle parole sempre pronunciate ma di fatto inutili e sterili, ma diventino principi e ideali da seguire e da rendere vivi.
E che Dio ci sostenga tutti in questo santo proposito. Amen.